Antitrust dichiara guerra ai «cartelli»
Nessuno sconto sulle intese che restringono la concorrenza, quindi, perché «i cartelli non sono peccati veniali ma gravi misfatti contro la società che corrompono la libera competizione sul mercato». Per questo Catricalà ha chiesto per l'Antitrust armi più affilate di quelle a disposizione, con la possibilità, ad esempio, di poter «sanzionare le singole imprese quando l'intesa collusiva è frutto di una delibera dell'associazione di cui fanno parte, un soggetto spesso inconsistente dal punto di vista economico e patrimoniale». Arriva anche un monito sulle liberalizzazioni: rinunciarvi «sarebbe un errore imperdonabile», ha sottolineato Catricalà. «Soprattutto per l'Italia, che non gode di materie prime e di autonome risorse, una politica di chiusura sarebbe disastrosa», ha spiegato il Garante. Ecco alcuni degli argomenti principali della relazione dell'Antitrust al Parlamento. Banche. Abolire la commissione di massimo scoperto, «una prassi iniqua e penalizzante per i risparmiatori e per le imprese». Sciogliere anche gli intrecci di ruolo che riguardano le società quotate: il 45% di queste ha fra i propri soci imprese concorrenti mentre l'80% vede nei propri «board» persone presenti contemporaneamente negli organi di gestione dei competitor. E i mutui: le procedure aperte sulla mancata portabilità sono arrivate a 23, perché «molte banche si sono ostinatamente attardate in una prassi elusiva della legge». Class action. Il rinvio al primo gennaio 2009 «rischia di disattendere le speranze di migliaia di persone che chiedono tutela in tempi brevi», ma questi sei mesi devono essere usati per migliorare il provvedimento e ad estenderlo anche alla Pubblica Amministrazione. Assicurazioni: «Potrebbe essere applicato un sistema di brokeraggio analogo a quello anglosassone», perché è particolarmente «importante scindere il legame ferreo tra società prodotto e canali distributivi». In questo modo, «i broker sceglierebbero per i clienti le migliori offerte e le commissioni sarebbero ben evidenziate». Carburanti. L'Antitrust vigilerà «con rigore» per i prossimi 5 anni sull'attuazione degli impegni presi dai petrolieri per l'apertura della rete di distribuzione, «data la rilevanza strategica del settore per l'intera economia».