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Petrolio, in arrivo salasso da 44 miliardi

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La doccia fredda è arrivata direttamente dal presidente dell'Up, Pasquale De Vita, che ha fornito anche i dati del solo conto petrolifero. Anche questo da brivido: tra i 39 ed i 44 miliardi, con un balzo di circa 13 miliardi sul 2007. Rincari da addebitare a tutti. E non solo alla categoria dei petrolieri che hanno rinviato al mittente le accuse di «essere causa di tutti i mali» soprattutto sul fronte del caro-vita. Insomma l'assemblea è l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe contro chi li fa «oggetto di aggressioni e li demonizza». Un j'accuse a cui è allegata anche la minaccia. Se si continua così sono a rischio i futuri investimenti se non, addirittura, le strategie delle major nel paese. Il messaggio di De Vita ha raccolto l'appoggio del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che si è schierata «al fianco» dell'industria petrolifera mentre, per l'Esecutivo, è stata il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ad assicurare la replica: «Mi farò portavoce presso il Governo ma confido nel senso di responsabilità della categoria». Da un conto più pesante ci ha salvato l'euro, che, ha detto De Vita, «permetterà di risparmiare circa 4,5 miliardi» ma non di evitare il raggiungimento del nuovo record storico, con una fattura superiore anche a quelle dei tempi dei grandi shock petroliferi degli anni '70-'80. La crescita del prezzo del greggio non deve però rappresentare un motivo per continuare la caccia alle streghe, ha avvertito De Vita: il settore petrolifero è «sotto continua aggressione, demonizzato, considerato la causa di tutti i mali». Il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola in un video-messaggio, è tornato ad annunciare «la ristrutturazione e la liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti»: misure che, in prospettiva, dovrebbero portare ad una riduzione dei prezzi e che, d'altra parte, sono state richieste anche dalla stessa Up. Sul fronte dei prezzi dei carburanti, i petrolieri non perdono l'occasione per ribadire che i valori industriali sono «in linea» con la media europea.

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