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Filippo Caleri [email protected] Stop al numero chiuso ...

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In una parola sola, secondo il presidente Antitrust, Antonio Catricalà, «liberalizzare» è l'unica strada per far ripartire il Paese. Perché la «lentezza del processo decisionale» e la «mancanza di concorrenza» che ancora gravano su alcuni settori dell'economia rappresentano «un freno per la crescita del Paese». Il garante della concorrenza ha scritto la sua posizione in una nota inviata a Governo e Parlamento invitandoli a spingere l'eliminazione di lacci e ostacoli in dodici settori che spaziano dalle infrastrutture ai carburanti, dalle farmacie alle banche. È il caso del commercio e farmacie. Settori nei quali occorre liberalizzare orari e aperture dei negozi, eliminare i divieti sulla vendita congiunta all'ingrosso e al dettaglio. Meno vincoli servono anche per la distribuzione dei farmaci, con la necessità di incentivare i generici. L'attacco alla rendite di posizione è arrivato anche per medici e notai. Per tutelare i consumatori, sono ammissibili le tariffe minime, ma si deve dire addio ai numeri chiusi. Bacchettata anche per banche e assicurazioni: dalle prime devono arrivare informazioni più chiare per i consumatori mentre nel comparto assicurativo bisogna alimentare la concorrenza, attraverso la semplificazione delle informazioni alla clientela. Necessarie anche meno norme e autorizzazioni e sulle infrastrutture occorre dire no a veti incrociati che bloccano la realizzazione delle opere. Per luce, gas e benzina Catricalà ha chiesto più investimenti sulla rete elettrica, con una piena separazione proprietaria tra attività di distribuzione e vendita. Posizione simile anche per il gas mentre per frenare il caro-benzina è necessareio puntare sulla grande distribuzione e gli operatori indipendenti. Stesso ricetta della separazione della rete anche per le ferrovie.

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