Filippo Caleri [email protected] Verdetto scontato per ...
La seconda fase della gestione Scaroni segnato parte subito a razzo con l'annuncio dell'acquisto per 265 milioni di euro della maggioranza della Hewett Unit, una società che detiene giacimenti in esaurimento nel Mare del Nord con l'obiettivo di trasformarli in campi di stoccaggio di gas. Eni comprerà il metano in estate, quando il costo è meno elevato, per rivenderlo in inverno a prezzi più elevati. Non solo sul mercato inglese ma anche in Belgio. L'assemblea è anche il momento in cui possono essere rivolte dai piccoli azionisti critiche sulla remunerazione dei titoli. Mugugni rinviati al mittente dall'ad che ha ricordato agli azionisti che il ritorno, solo da inizio del 2008, è stato intorno al 10%. C'è spazio anche per commentare la decisione europea sul nuovo assetto delle reti del gas «molto positiva e pragmatica». Un giudizio con stoccata finale all'Authority per l'Energia, da tempo convinta di una separazione societaria e della necessità di cessione anche di alcuni contratti a lungo termine. Al tempo «ebbi modo di rilevare che si rischiava di addentrarsi in un terreno inesplorato in Europa» ha chiosato Scaroni. E, sul tema, gli fa eco il presidente Poli «ci saremmo fatti male tutti con quelle soluzioni estremistiche che erano all'orizzonte». Il futuro dirà se anche sulla Robin Hood Tax Scaroni avrà ragione. «Servirebbe in paesi come gli Usa, dove le compagnie sono anche proprietarie del petrolio e intascano gli aumenti. Non da noi dove finirebbe per colpire solo un pezzettino piccolissimo delle entrate petrolifere» sentenzia l'ad di Eni che è tornato sulla vicenda del giacimento del Kashagan: «Si continua a lavorare mentre proseguono i negoziati. Attualmente sono 15 mila le persone al lavoro», confermando che la data per la definizione dell'accordo con Astana è stata prevista dal governo Kazaco per fine giugno. Ma potrebbe essere ancora spostata, «l'importante è continuare a lavorare» ha aggiunto Poli.