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Petrolio verso quota 117 dollari Prodi: impatto duro sull'economia

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Dietro i rialzi ci sono le dichiarazioni del segretario generale dell'Opec Abdullah Al-Badri che domenica ha escluso aumenti di produzione e le notizie arrivate dalla Nigeria su nuovi attacchi ad oleodotti da parte di ribelli del Mend. Anche se, sullo sfondo, rimane l'elemento speculazione. Secondo Prodi, «è necessario che i prezzi petroliferi siano relativamente stabili a livelli accettabili sia per i consumatori che per i produttori». Un primo passo verso un livellamento dei prezzi deve essere fatto nella direzione delle infrastrutture, con investimenti da parte dei Paesi produttori perché - ha spiegato il premier - «continuino ad assicurare l'offerta necessaria». Una riunione informale dei paesi produttori dell'Opec, intanto, si è tenuta a Roma in occasione dell'International Energy Forum. Un incontro dal quale però non sarebbe emersa nessuna decisione operativa, ne sarebbe stata fissata alcuna data per nuovi vertici del Cartello. Una nota di ottimismo sul futuro dei prezzi arriva dagli operatori del settore. Secondo l'ad dell'Eni Paolo Scaroni, nel medio periodo le quotazioni sono destinate a scendere a 60-70 dollari al barile in 3-4 anni anche grazie agli investimenti che gli operatori del settore stanno facendo in questi anni.

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