Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Con il petrolio più caro ...
Il bollettino di ieri è desolante per gli automobilisti italiani. Il gasolio ha toccato un nuovo record a 1,389 euro al litro, la benzina ha oltrepassato quota 1,40, portandosi a 1,402 euro al litro. Un livello che si attesta sui massimi storici e che, non fosse in vigore lo sconto fiscale scattato nelle ultime settimane e pari a 2 cent al litro, salirebbe a 1,422 euro, il più alto mai registrato. Si fa sempre più sottile, inoltre, la forbice tra il diesel e la verde, che in certi casi si aggira sul centesimo di euro. La colpa è del greggio che ha fatto registrare prima un'accelerazione negli scambi elettronici pre-apertura del mercato di New York, fino a raggiungere i 115,54 dollari al barile, nuovo picco, per poi decelerare in corso di seduta. Dopo un'apertura a 114,79, le quotazioni sono rimaste sotto la soglia record, ma comunque ad un livello altissimo. Su cui tra l'altro si è spinto anche il Brent, il petrolio di riferimento europeo, che a Londra ha raggiunto i 113,38 dollari, per poi scendere. Con il greggio a questi livelli, i prezzi dei carburanti resteranno in tensione ancora per molto. Il prezzo di riferimento consigliato da Shell ai gestori si è alzato ieri a 1,402 euro al litro. Agip ha invece rialzato i prezzi del diesel di 2,2 centesimi rispetto a mercoledì scorso portandolo a 1,389 euro, mentre ha lasciato ferma la benzina a 1,398, per cui la differenza di prezzo tra i due carburanti del «Cane a sei zampe» è inferiore al centesimo di euro. Aggiustamenti al rialzo si registrano anche per altri marchi. Le associazioni dei consumatori, preoccupate per la stangata sulle tasche delle famiglie, chiedono al futuro governo Berlusconi una serie di interventi. Tra questi l'pertura della vendita di carburanti presso la grande distribuzione, la riorganizzazione della rete distributiva, la diffusione del sell-service, e la riduzione della pressione fiscale, portando il taglio delle accise a otto centesimi.