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L'inflazione nella zona euro non ferma la sua corsa e a ...

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Si tratta del terzo rialzo consecutivo del 2008, dopo il 3,2% di gennaio e il 3,3% di febbraio. Un anno fa, nel marzo del 2007, l'indice dei prezzi al consumo nella zona euro era all'1,9%. Nell'intera Unione europea l'inflazione a marzo si è attestata al 3,8%, contro il 3,5% di febbraio. Sul banco degli imputati - conferma Bruxelles - ancora il caro-petrolio (oltre 114 dollari al barile nella giornata di ieri) e gli aumenti dei prodotti alimentari. Questi ultimi il mese scorso hanno fatto registrare su base annua un incremento dei prezzi del 6,2%: a incidere soprattutto il costo di latte, uova e formaggi. I rincari di carburanti e combustibili hanno invece fatto schizzare all'11,2% l'inflazione nel settore dell'energia e al 5,6% quella del settore trasporti. Di fronte a tale situazione la Commissione europea non nasconde tutta la sua preoccupazione: «Sono dati del tutto insoddisfacenti», ha spiegato Amelia Torres, portavoce del commisario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, sottolineando come fin dalla scorsa estate il guardiano dei conti pubblici europei aveva messo in guardia dal rischio di rialzi inflazionistici. Ma forse nè Almunia nè il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, si aspettavano un'impennata del genere, con un indice dei prezzi al consumo ben al di sopra di quel 2% che ancora qualche mese fa era considerato una soglia invalicabile. Intanto la moneta unica ha toccato il nuovo massimo storico, sfiorando quota 1,60 sul dollaro (1,5969). Un ulteriore motivo di preoccupazione per Bruxelles e Francoforte che più volte hanno invitato, anche in seno al G7, a frenare l'eccessiva volatilità dei tassi di cambio. Un euro così forte può davvero compromettere, tanto quanto l'alta inflazione, la crescita economica di Eurolandia. In questo scenario diventa, dunque, ancor più remota l'ipotesi di un imminente taglio dei tassi di interesse da parte della Bce.

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