Brunetta: «Nessun collasso
RenatoBrunetta, economista e parlamentare di Forza Italia, analizza la drammatica situazione che sta attraversando il mercato finanziario mondiale e sottolinea alcune illogicità. Come giudica la crisi delle Borse e l'inarrestabile corsa del petrolio? Sa una cosa? Cosa. Faccio l'economista e non ho capito cosa stia accadendo. In che senso? Questa crisi sui mercati non ha logica. Facciamo un semplice ragionamento. Prego. I mutui subprime ovvero quelli con scarse garanzie hanno di base un'ipoteca sull'immobile che preserva il valore al 100 per cento. Se un cliente è insolvente, scatta l'esecuzione e in 5 mesi la casa va all'asta e la banca rientra dell'investimento. Sì ma in America la situazione è complessa e molti istituti finanziari accusano perdite colossali. E non capisco perchè. Ammettiamo pure che la bolla immobiliare si sia sgonfiata. Non esiste nessun istituto al mondo che impiega la totalità delle sue risorse sui mutui subprime. Alcuni studi indicano una quota del 15-20 per cento. In sostanza, è una crisi gonfiata ad arte? C'è sotto qualcosa. Indubbiamente. Una banca non può fallire per i mutui subprime. Ammettiamo pure che il tasso d'insolvenza sia raddoppiato. Era il 4-5% ora diciamo che è al 10%. Bene. Siamo al 10% di quel 20% di perdite quindi a conti fatti un 2%. Ma c'è di più. Si riferisce ai derivati? Esattamente. I derivati sono strumenti legittimi per investire sul mercato. E diluiscono la percentuale di rischio. Ecco perchè l'economia mondiale non può rischiare il collasso per perdite, suppur ingenti, che però riguardano la percentuale, di una percentuale di una percentuale. D'accordo, ma le Borse sprofondano e i risparmiatori restano spiazzati. La colpa è di un sistema troppo fragile. Basta uno starnuto dei subprime per affossare i mercati. La finanza è opaca, emotiva e poco trasparente. Servono regole ed è indispensabile agire sulla governance. Le stesse che mancavano nella crisi del 1929? Esempio calzante. Serve controllo e meno nervosismo. Come valuta le azioni delle banche centrali? La Fed sta abbassando i tassi per far fronte a questa che resta comunque un'emergenza. Il taglio dei tassi funziona quando anticipa le aspettative. La Fed ha fatto bene all'inizio, poi sta perseguendo una politica che non condivido. L'antibiotico del deprezzamento del dollaro non sta avendo gli effetti sperati. La Bce sta operando bene. Quali pericoli corrono le banche italiane? Nessuno. Certo, la congiuntura internazionale le danneggia, ma hanno solidi fondamentali. Quale il rimedio? Tremonti propone di curare la globalizzazione con un accordo stile Bretton Woods. Tremonti filosofeggia. La realtà è che occorre tornare alla Politica, con la p maiuscola. Quella che volevano Merkel, Sarkozy e Brown. Più trasperenza, più governance e una politica energetica che rompa la rigidità dell'offerta e faccia abbassare i prezzi. A quale ricetta si riferisce? Semplice. La domanda crescente di petrolio, soprattutto di Cina e India, sta facendo lievitare il prezzo in quanto mancano investimenti e tecnologie capaci di aumentare il tasso di estrazione del greggio. Basterebbe un annuncio: l'Europa nei prossimi 10 anni aprirà 30 centrali nucleari di nuova generazione. E poi? Il petrolio sarebbe superato. Una centrale costa 4 miliardi e per farne 30 servirebbero 120 miliardi. Propongo l'utilizzo del surplus di oro come garanzia. Quello dormiente che giace nelle banche centrali e che servì a garantire la nascita dell'euro.