Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Accordo fatto in casa ...

300lavoratori di Capitalia Informatica in Upa e in Ugis, le due società della controllante Unicredit. «Si tratta di due società che sviluppano la parte informatica e le attività di back-office per il gruppo Unicredit» spiega a Il Tempo, Mauro Morelli, coordinatore nazionale Fabi per Unicredit Group. «Abbiamo ottenuto un forte rafforzamento delle tutele occupazionali - dice Morelli - anche perché Unicredit non è insensibile alle delocalizzazioni di funzioni amministrative contabili». Uno dei punti qualificanti dell'accordo è proprio quello per il quale l'azienda si è impegnata a garantire il riassorbimento dei lavoratori, per sei anni, a partire da un'eventuale scorporo o cessione del ramo d'azienda. L'intesa è stata siglata ieri mattina dopo tre mesi di trattativa. Sileoni sottolinea che si tratta di «un accordo importante, in quanto migliora ed estende le tutele occupazionali dei 5 mila dipendenti delle due società di servizi di Unicredit. Aspetto significativo dell'accordo - mette in evidenza - è il fatto che non vi possono essere impatti negativi sull'occupazione in presenza di operazioni di delocalizzazione effettuate da Unicredit in relazione al piano di integrazione». Il segretario generale Fabi, però, oltre alla soddisfazione esprime anche una critica all'atteggiamento tenuto da Unicredit sul piano industriale post-fusione. Per la Fabi, infatti, la mancata presentazione ai sindacati, a quasi un anno dalla fusione con Capitalia, del piano industriale del nuovo gruppo «crea una situazione che non ha precedenti nella storia del sindacalismo, bancario e non, e che va contro le leggi esistenti». «Il piano industriale - aggiunge Sileoni - serve per dare garanzie ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali».