Giovanni Lombardo g.lombardo@iltempo.it Il tfr degli ...

I dipendenti pubblici, infatti, non possono versare nei fondi gli accantonamenti loro e del loro datore di lavoro (lo Stato), possibilità concessa solo ai dipendenti del settore privato. Ma i sindacati sono intenzionati a tornare alla carica per porre rimedio «a questa discriminazione», come la definisce il segretario Cisl-Fp, Rino Tarelli. «Il tfr degli statali è solo figurativo, cioè si tratta di una mera scrittura contabile e quindi sono soldi non disponibili - spiega a Il Tempo Tarelli - per questo si tarda a varare i regolamenti che disciplinino l'intera materia, ma noi vogliamo avviare al più presto le procedure necessarie». Se fosse concessa la possibilità di sbloccare gli accantonamenti anche a 3,5 milioni di dipendenti pubblici e questi chiedessero allo Stato di versarlo nella previdenza integrativa, prosegue il sindacalista, «allora il governo dovrebbe recuperare una somma enorme che potrebbe impegnare ben oltre le risorse aggiuntive incassate l'anno scorso». Mentre si discute sulla reale esistenza dell'extra-gettito (valutato in circa 7 miliardi di euro anche se si parla addirittura di un buco di pari entità per il 2008), viene a galla l'ennesimo grattacapo. Che si aggiunge a un'altra partita aperta, quella dei rinnovi contrattuali dei comparti sanità, enti locali e agenzie fiscali. Secondo quanto si apprende, tra il 25 e il 29 febbraio ci sarà una trattativa no-stop tra l'Aran (Angenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e i sindacati del pubblico impiego per completare i rinnovi relativi al biennio 2006-2007. Tuttavia, la convocazione delll'Aran e dei sindacati non è ancora partita, ma l'obiettivo è chiudere entro fine mese i contratti dei tre comparti dove sono impiegati circa un milione e mezzo di lavoratori. Le cifre degli aumenti sono già note: per i dipendenti di comuni, province e regioni la somma lorda sarà mediamente di 101 euro; per quelli delle Asl 103 euro; per le agenzie fiscali 117 euro.