Eni, l'utile 2007 a 10 miliardi Dividendo ricco per gli azionisti
Aumentano intanto anche gli investimenti, 49,8 miliardi di euro e in crescita del 15% rispetto al piano precedente. «Eni continuerà anche nei prossimi anni a realizzare una politica dei dividendi piuttosto generosa», ha preannunciato l'amministratore delegato Paolo Scaroni. «Il gruppo - ha quindi sottolineato il manager - continuerà a crescere più delle altre società petrolifere nei prossimi quattro anni e oltre», grazie anche alle acquisizioni del 2007. E dopo tanto shopping, in cantiere c'è già il dossier della belga Distrigaz (gruppo Suez). Dopo esser stata inserita nella short list, Eni intende infatti presentare un'offerta vincolante entro il termine del 31 marzo. «Per noi è un asset importante, faremo del nostro meglio», ha detto Scaroni. Nella produzione, ha spiegato intanto, non ci sono nuove acquisizioni in vista. Ha trovato invece una definizione la partita per il rimborso sul giacimento venezuelano di Dacion, espropriato da Hugo Chavez nel 2006. In cambio il gruppo sta trattanto nel Paese l'impegno nell'area dell'Orinoco. «È ricchissimo di idrocarburi non convenzionali, meno costoso da sfruttare rispetto a quelli canadesi - ha spiegato Scaroni - In quest'area ci attendiamo grandi opportunita». Tornando ai risultati, l'utile d'esercizio «adjusted», escludendo cioè le voci non ricorrenti, si è attestato nel 2007 a 9,47 miliardi, con un calo del 9% che risente prevalentemente della flessione nelle attività «Exploration & production» e «Refining & marketing». La produzione di idrocarburi nel corso dell'anno è scesa infatti dell'1,9% a 1,736 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, dopo i problemi in Nigeria, e alcune fermate non programmate nel Mare del Nord, oltre al calo fisiologico visto nei giacimenti più «maturi» come quelli in Italia e nel Regno Unito. Chiuso da poco il contenzioso su Kashagan, Eni ritiene sia ormai «prevedibile» un ritardo nell'avvio della produzione dell'imponente giacimento kazako e per marzo dovrebbe presentare un nuovo piano su tempi e costi. «Sono ben contento che finito l'experimental program a Kashagan possiamo ridurre le nostre risorse - ha detto tra l'altro Scaroni - Nella fase successiva ci sarà un dispiego di energie spaventoso, perchè devo usare il 100% delle risorse» per il giacimento, si è chiesto, «per avere il 16% dei benefici?». Il gruppo dopo la fase sperimentale perderà l'attuale status di operatore capofila.