Alessandro Usai [email protected] Warren Buffett mette sul ...
Il quotidiano Financia Times si chiede perchè Buffett non abbia fatto altrettanto per le banche. Semplice. Perchè il guro della finanza, quello che a dispetto del Nasdaq e della sbornia per la new economy a ridosso del 2000 ha preferito investire sul Dow Jones e sulle società tradizionali, ha ammesso candidamente di «non capire gruppi come Morgan Stanley e Citigroup. Meglio le assicurazioni». Difficile dargli torto. A Warren Edward Buffett piacciono le cose semplici. È il secondo uomo più ricco al mondo alle spalle di Bill Gates ma davanti a Carlos Slim. Nato nel 1930 in Nebraska, soprannominato l'oracolo di Omaha dal nome della cittadina di origine, ha un patrimonio stimato di 55.4 miliardi di dollari. Leggenda vuole che abbia investito i suoi risparmi già a 11 anni comprando un appezzamento di terreno che affittava ai pastori locali. Poi durante il periodo universitario comincia a gestire il patrimonio di amici e parenti, fondando la Buffett Partnership, un fondo d'investimento con il quale applica le strategie d'investimento insegnate da Benjamin Graham, dette del Value Investing, cioè la ricerca di titoli sottovalutati da comprare e tenere per lunghissimi periodi. E così mette le mani su importanti partecipazioni in colossi come Coca Cola, Gillette, McDonald's e Walt Disney. La sua attività finanziaria di alto livello inizia a partire dal 1962, anno in cui comincia ad acquistare partecipazioni della Berkshire Hathaway, industria tessile in declino, di cui prenderà il controllo qualche anno dopo. Acquista aziende sottovalutate nei più variegati settori, dai servizi all'industria, dalle assicurazioni alla biancheria, passando per società che offrono proprietà frazionata di jet privati. Dal 1985 si dedica esclusivamente al settore assicurativo e oggi la Berkshire Hathaway è il più grande riassicuratore mondiale. Meglio dargli retta se pensa sia conveniente assicurare i bond municipali americani. Forse la crisi dei mutui non sarà così devastante. Buffett non è certo un uomo ingordo. Lo scorso anno ha donato 37 milardi di dollari in azioni benefiche per aiutare le popolazioni del "terzo mondo". Pensa di sconfiggere le malattie per le quali ad oggi non ci sono vaccini o cure. Di sicuro la finanza conosce la medicina prescritta dall'oracolo di Omaha.