Prezzi mai così cari da sette anni
Per l'Istat è ormai a un passo dal 3%, il 2,9% per la precisione. Un livello che non si vedeva dal 2001. A spingere verso l'alto il costo della vita sono stati non solo i soliti noti: gli alimentari e l'energia. Ma anche una sfilza di rincari nei servizi e in particolare nei trasporti: taxi, biglietti aerei, pedaggi autostradali e viaggi in treno. Insomma un concorso di fattori che ha portato il livello dei prezzi a superare a Torino e Palermo rispettivamente il 3,2% e il 3,8%. A tirare verso l'alto il carovita è stato sicuramente l'effetto dell'aggiornamento del costo del gas e della luce. In particolare l'elettricità è aumentata del 3,4% mensile e del 5,3% annuale. Per il gas gli aumenti sono stati invece del 3,9% su dicembre e dello 0,7% su gennaio dello scorso anno. Dati non migliori per i carburanti (+12,5% benzina e +15,8% gasolio) e i combustibili di casa (+16%). L'accelerazione non è mancata per gli alimentari. Il pane, ad esempio, comincia a essere un prodotto da giolleria. A gennaio la «rosetta» ha registrato un +12,5% e la pasta un +10%. Alle stelle anche il prezzo del latte (+8,5%) e della frutta (+5%). Per quanto riguarda la carne, l'incremento è stato invece del 3,5%, con una punta del 6,7% per il pollame. È il capitolo dei trasporti è quello più pesante a gennaio con il rialzo annuale più alto (+5,4%). È aumentato il costo del trasporto ferroviario (+6,9%), quello stradale, cioè dei taxi e dei pullman, (+5,7%) e del trasporto aereo (+8,4%). Più dell'inflazione sono rincarati anche i pedaggi (+3,8%). Insomma una situazione che lascia poca speranza alla maggior parte delle famiglie italiane alle prese con salari sempre meno pesanti. E ieri, contro gli aumenti, sono scese in campo anche le organizzazioni sindacali che reputano ormai indifferibile un intervento sui redditi. «La redistribuzione di parte delle risorse bisognava farla adesso - ha affermato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - Anche per questa ragione abbiamo detto che era sbagliato aprire ora una crisi di governo. Quando i prezzi delle tariffe stanno correndo e i salari vanno male». Sulla stessa linea anche Renata Polverini dell'Ugl secondo la quale «l'inarrestabile ascesa dell'inflazione aumenta la sofferenza di lavoratori e pensionati». L'allarme dei sindacati e dei consumatori, secondo i quali la spesa famigliare è lievitata di 800-1.000 euro l'anno, è invece stato respinto al mittente dalla Confcommercio che ha sottolineato che l'Italia rimane comunque sotto la media Ue (3,2% secondo le stime Eurostat, contro il 3,1% armonizzato rilevato in Italia). Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco ha minimizzato: «Non mi sembra vada poi così male. Rispetto al trend europeo non c'è niente di nuovo». Insomma: mal comune mezzo gaudio.