L'ultima di Almunia: «Positive per l'Italia le politiche fiscali»
Eccoperchè il tesoretto ottenuto da una imposizione fiscale senza precedenti poteva e doveva essere utilizzato per tamponare questi mali cronici del nostro Paese. Un'analisi condivisa dalle principali agenzie di rating, dal Fondo Monetario Internazionale, da Bankitalia e dall'Unione europea. Più volte il commissario europeo Joaquin Almunia aveva bacchettato il governo italiano a intervenire sia sul debito che sulla spesa. Senza successo. Lo scorso 9 ottobre, nel corso della riunione dell'Eurogruppo, Almunia aveva dichiarato che «la manovra italiana non è abbastanza ambiziosa e porterà ad una riduzione del disavanzo in rapporto al Pil insufficiente. E l'Italia sarà costretta a prorogare al 2011 il pareggio del bilancio, non rispettando il termine massimo del 2010 fissato dalla Ue». Passa qualche mese e la musica non cambia. La settimana scorsa a Davos, nel corso del World Economic Forum, Almunia rincara la dose. «Un debito pubblico molto al di sopra del 100% - ammonisce Almunia - aumenta l'incertezza sulla crescita dell'economia e rende l'Italia vulnerabile ad aumenti dei tassi di interesse». Nel mirino l'uso improprio del tesoretto e l'intenzione manifestata dal governo Prodi di ridurre le tasse sui salari «senza misure appropriate per il taglio della spesa pubblica» e in presenza di una crescita economica in «significativo calo». Ma a questo punto accade qualcosa. I toni si ammorbidiscono, forse a causa della caduta del governo Prodi, e complice una cena con Padoa Schioppa bagnata da un buon vino rosso, l'economia italiana rifiorisce. Così nelle ultime ore Almunia cambia idea.«Mi auguro che si vada avanti con le politiche lodevoli portate avanti da Prodi e Padoa-Schioppa». E ancora. «Le politiche fiscali hanno avuto ottimi risultati nella riduzione del deficit e nella capacità di ottenere gettito per finanziare la spesa pubblica». Resta una domanda. A quale Almunia si deve dar retta? Forse al prossimo.