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Alitalia, Prato accelera la vendita ad Air France

Alitalia

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Dopo Lega (Umberto Bossi: «Le trattative si dovrebbero interrompere»), Forza Italia (Giulio Tremonti: «È opportuno aspettare. Fino a quando non si capisce il futuro di Malpensa non è il caso di forzare»), politici e imprenditori del Nord (Roberto Formigoni e Diana Bracco: «Bloccare la vendita di Alitalia»), arriva anche l'altolà del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni che chiede alle forze politiche di «riaprire una discussione trasparente su Alitalia». Il sindacalista non propone di azzerare la trattativa con i francesi nè di rivalutare la posizione di Air One ma più semplicemente di gestire la privatizzazione in modo lineare alla luce dei piani industriali degli acquirenti interessati, piani industriali di cui finora sono emersi pochissimi elementi di valutazione al di là delle indiscrezioni di stampa. Bonanni non risparmia critiche all'esecutivo sottolineando che «la trattativa è stata gestita nel peggiore dei modi» nè al numero uno di via della Magliana, Maurizio Prato: «Venne da me subito dopo la sua nomina - ricorda il sindacalista - e guarda caso spuntò subito il nome di Air France, il che mi stupì non poco». Che Parigi fosse lo sbocco privilegiato dal governo Prodi sin dalle prime fasi della privatizzazione di Alitalia «è un dato certificato». E proprio dalla Fit-Cisl giunge l'atto di accusa più duro: «Il Tesoro si è imbarcato in una folle operazione di dismissione condotta nel peggior modo possibile. Se in un organismo finanziario internazionale un Tononi (Massimo, sottosegretario all'Economia nel governo Prodi, ndr) avesse gestito un'acquisizione o una vendita di un asset in questo modo lo avrebbero cacciato senza pagargli lo stipendio».

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