Cura dimagrante per il Tesoro

Via libera dunque al taglio delle sedi. Saranno 80 quelle che saranno chiuse in due anni. Con la conseguenza che saranno 1.899 i dipendenti in mobilità, ricollocati in altri uffici della pubblica amministrazione, e 87 dirigenti in meno tra prima e seconda fascia. Tagli dolorosi che a regime, però, porteranno 81,9 milioni di risparmi. In più arriva il nuovo dipartimento delle Finanze con un comitato permanente per l'indirizzo e il coordinamento della fiscalità, una sorta di «polo» fiscale, che metterà in campo le strategie congiunte tra le diverse istituzioni che oggi in Italia si occupano appunto di finanze. Il vecchio Dipartimento per le politiche fiscali cambia nome e diventa Dipartimento delle Finanze. Il capo dell'ex dipartimento, Fabrizio Carotti, diventa dunque direttore generale delle Finanze. Viene anche istituito il Comitato permanente di indirizzo e coordinamento della fiscalità: è presieduto dal ministro o dal vice ministro delegato per la materia tributaria e fiscale, ed è composto da Carotti (che lo presiede in assenza del ministro o del vice ministro) e dai direttori delle Agenzie fiscali, dal Rettore della Scuola superiore dell'economia e delle finanze, dal Comandante generale della Guardia di finanza, dal Direttore del Secit, dai responsabili di Sogei, Sose, Equitalia e degli altri soggetti e organismi operanti nel settore fiscale. Il Regolamento ridisegna il ministero di via xx settembre in quattro dipartimenti: Tesoro, Ragioneria, Finanze e Amministrazione generale personale servizi. Tra le novità, ancora, la nascita di un Comitato permanente per il coordinamento delle attività in materia di finanza pubblica e l'istituzionalizzazione della Commissione tecnica per la Finanza pubblica. Il ministero dell'Economia ha messo a punto il regolamento confrontandosi per mesi con i sindacati che comunque restano molto critici nei confronti della riforma definendola senza mezzi termini «uno smantellamento» dell'amministrazione.