Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Una sola parola di Jean ...
E ha tarpato sul nascere la possibile rinascita della fiducia da parte di chi aveva ricominciato a riavvicinarsi ai mercati. Così la giornata che era cominciata con un barlume di ottimismo è tornata a essere una ennesima giornata di passione per le Borse mondiali. Le residue speranze di un cambio di rotta sono poi scomparse all'apertura di Wall Street dove le stime deludenti di Apple e Motorola, hanno affondato anche la Borsa di New York. Risultato: solo sulle piazze europee sono andati in fumo 220 miliardi di capitalizzazione con l'indice Dj Stoxx 600 che ha perso il 3,02%, arrestandosi a 306,03 punti. Wall Street, invece, si è ripresa nel finale e ha chiuso con gli scambi in volata grazie al rimbalzo dell'ultima ora di contrattazioni, interrompendo la striscia di 5 pesanti sedute consecutive in calo. Il Dow Jones, che ha toccato una perdita massima intraday del 2,73%, ha terminato in aumento del 2,5%. Il Nasdaq, sprofondato fino a -3,91%, si è attestato a +1%, mentre lo Standard & Poor's è passato da -3,09% alla chiusura positiva del 2,1%. Bene anche i listini asiatici con un balzo a Hong Kong del 10,72% e a Tokyo del 2,04%, rese euforiche dalle eccezionali misure sui tassi Usa decise dalla Fed. Nel Vecchio Continente, però, il buon umore è svanito ben presto, quando Trichet intervenendo al Parlamento Europeo ha chiarito che la Bce resta impegnata a combattere l'inflazione, anche per evitare ulteriore volatilità dei mercati finanziari. Sono sfumate così le speranze che dopo il taglio di tre quarti di punto annunciato martedì a sorpresa dalla Fed anche l'istituto di Francoforte si muovesse per riportare fiducia ai mercati allentando le politiche monetarie, e le vendite hanno avuto la meglio ovunque. Male anche Milano dove il Mibtel ha ceduto il 3,79%, l'S&P/Mib il 3,97%, l'All Stars lo 0,87%. Fra i settori particolarmente colpiti auto, petrolio, tlc, chimici e utilities.