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la trattativa resta in fase di stallo

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Ma le distanze sono rimaste tali al punto da iniziare a far ipotizzare l'ipotesi di un lodo ministeriale. L'obiettivo del ministro sarebbe comunque quello di tentare fino alla fine una mediazione con una proposta di accordo da presentare alle parti e, solo in caso di mancata accettazione da parte di queste, arrivare a un vero e proprio lodo del governo. L'ipotesi di discussione prevedrebbe un aumento mensile di 130 euro su 30 mesi, più 10 euro al mese di perequazione che, sommati ai 130 annuali previsti dal precedente contratto, porterebbero a 260 euro annuali in più per i lavoratori che possono contare solo sulla contrattazione nazionale, che non hanno ciò in busta paga altri voci legate a superminimi o premi di risultato. A questo si aggiungerebbero poi altri 300 euro di «una tantum» a copertura del tardato rinnovo. Questi aumenti salariali dovrebbero quindi legarsi alle ipotesi di gestione di straordinari e ferie: si tratterebbe, in particolare, di 8 ore di straordinario obbligatorio in più, e cioè di un sabato di straordinario comandato in più per i lavoratori di aziende sotto i 200 addetti e di due sabati per quelle con più di 200 addetti cui aggiungere la non fruibilità di un permesso annuo retribuito nell'anno, da retribuire entro dicembre o da fruire come riposo nell'anno successivo. Sulle ferie, si tratterebbe di 4 giorni in più che deriverebbero dalla parificazione tra operai e impiegati. Il nuovo regime di ferie prevedrebbe la maturazione di un giorno aggiuntivo con 10 anni di anzianità e altri 3 giorni con 18 anni di anzianità.

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