Metalmeccanici, convocate le parti
La proposta prevede anche 230 euro annui come elemento perequativo. Ma i sindacati rispediscono al mittente l'offerta definendola «un passo indietro». E in serata il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini ha tuonato: «La trattativa è finita, auspichiamo un intervento del Governo per riaprire gli spazi negoziali». Parole dure alle quali si aggiunge la minaccia di nuovi scioperi. Sulla stessa linea il segretario della Fim-Cisl Giorgio Caprioli, mentre la Uilm invita a proseguire il negoziato. Per questo il segretario generale Antonino Regazzi ha chiesto alle altre organizzazioni sindacali di riprendere la trattativa. Per i sindacati l'aumento salariale offerto da Federmeccanica di 120 euro al mese corrisponde, di fatto, a un aumento di 100 euro, perché viene spalmato su due anni e sei mesi e non su due anni. «Il nostro è un giudizio negativo e, siccome è stata presentata come una proposta ultimativa, non è accettabile», ha detto Rinaldini. Ma il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo è stato chiaro: «È la nostra ultima offerta, potrebbe esserci anche come estrema ratio una nostra elargizione unilaterale ai dipendenti». Come dire: gli aumenti potrebbero scattare anche senza il via libera dei sindacati. «Spero che domani (oggi, ndr) il direttivo di Federmeccanica non assuma decisioni che comportino di fatto la volontà di far saltare il contratto nazionale - ha commentato Rinaldini - non è più solo un problema dei metalmeccanici ma ormai è una questione nazionale». In tarda serata il ministro del Lavoro Damiano ha convocato le parti per questa mattina nel tentativo di trovare una mediazione. Il Governo auspica la ripresa del negoziato e si rende disponibile a istituire eventualmente un tavolo di contrattazione. Ieri, come annunciato dal segretario della Fiom Giorgio Cremaschi, è partita «un'ondata di scioperi spontanei» a sostegno del negoziato. Le proteste hanno coinvolto Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, Abruzzo, Marche e Toscana.