Tute blu, scattano otto ore di sciopero
«Se non riusciamo a chiudere entro quella data - ha detto il direttore generale dell'Associazione Roberto Santarelli - abbiamo fallito la missione». Ieri sono state trovate intese sulle questioni normative meno complicate come la reperibilità, l'ambiente e i permessi per i direttivi mentre alcuni passi avanti sono stati fatti sulla parificazione tra operai e impiegati. I temi più spinosi però sono rinviati a oggi e insieme a salario, orario e mercato del lavoro si cercherà di trovare un punto di equilibrio anche sulla parte della parificazione tra operai e impiegati riguardanti la ferie e la mensilizzazione della retribuzione. Adesso infatti gli operai sono pagati sulla base dei giorni mentre gli impiegati sono pagati al mese e con la parificazione i primi rischierebbero di perdere circa 11 euro di paga l'anno. Le imprese sono pronte a dare un conguaglio per tutti gli operai in forza nelle aziende mentre i sindacati chiedono che questo conguaglio valga anche per tutti i lavoratori nuovi assunti. «Le imprese ci devono dare delle risposte che ancora non ci hanno dato - ha detto il numero uno della Fiom Gianni Rinaldini - oggi (ieri, ndr) ci hanno dato solo dei no sull'inquadramento e sulla richiesta di dare anche ai nuovi assunti il conguaglio sulla mensilizzazione». Il leader della Uilm Tonino Regazzi sostiene che non c'è nessun intoppo nella trattativa e che oggi «si prosegue. Abbiamo registrato dei no, certo se ce ne fossero anche domani (oggi, ndr) potrebbero diventare un problema». Il segretario generale della Fim Giorgio Caprioli sottolinea che si sta «andando ad una fase conclusiva dove si farà una mediazione complessiva su tutto anche su temi non ancora considerati». Il tentativo quindi è di chiudere comunque il 15 anche se i temi più difficili non sono stati ancora affrontati. «Pensiamo di chiudere prima del 15 - ha detto Regazzi - lavoriamo per quello». «Adesso arrivano alcuni passaggi non facili - ha detto il direttore di Federmeccanica Santarelli - che riguardano temi delicati. Non è uno stop, siamo aggiornati». Polemica sullo sciopero a margine della trattativa, infine, con la Federmeccanica che lo definisce «inutile e ininfluente per l'esito del negoziato» e i sindacati che lo confermano e lo definiscono strumento utile per la pressione sulla vertenza. Intanto Unionmeccanica ha proposto 107,50 euro di aumento salariale per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Lo rende noto un comunicato dell'associazione delle piccole e medie aziende metalmeccaniche aderenti a Confapi. «Al fine di sbloccare una situazione di stallo, che perdura ormai da più di sei mesi - afferma l'associazione - in apertura dell'incontro Unionmeccanica ha offerto un aumento salariale pari a 107,50 euro, collegato all'allungamento a 30 mesi del periodo di vigenza della parte economica del contratto, proponendo di proseguire ad oltranza la trattativa su tutti i temi oggetto del rinnovo». «Fim-Fiom-Uilm, dal canto loro, hanno preso atto dell'offerta economica avanzata - prosegue la nota - ma hanno manifestato l'indisponibilità a proseguire il negoziato, chiedendo un rinvio al 17 gennaio, impedendo nel concreto il raggiungimento in tempi rapidi di un accordo utile alle imprese ed ai lavoratori. Unionmeccanica ritiene che non sia lo sciopero, confermato dal sindacato, a poter favorire un accordo sul rinnovo contrattuale, e che il sindacato si debba assumere le proprie responsabilità nei confronti del Paese e dei lavoratori che rappresenta, riconoscendo il ruolo e le specificità delle piccole e medie imprese».