Bce verso tassi fermi al 4%
I debitori dei mutui con rate variabili, quelli più toccati nelle tasche dalle modifiche dell'indice di riferimento, incassano la seconda buona notizia dopo il calo dell'Euribor (il tasso che registra il costo del denaro per le grandi banche e su cui viene calcolato il costo della rata dei prestiti ipotecari)nei primi giorni del 2008. A dicembre, infatti, lo stesso valore era arrivato a sfiorare il 5% con aggravi notevoli sulla rata pagata il 2 gennaio scorso. Se nella zona dell'Euro, dunque, la linea è quello di mantenere fermo il costo del denaro così non è negli Stati Uniti dove con ogni probabilità, Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve deciderà, nel corso del Federal Market Open Committee del prossimo 30 gennaio, di dare un'altra sforbiciata al costo del denaro negli Stati Uniti, con un taglio previsto di un quarto di punto percentuale, scendendo così dall'attuale 4,25% allo stesso saggio dell'Eurozona. Francoforte agisce sulla base di una missione chiara: fare di tutto perché l'inflazione annua non superi la soglia annua del 2%. Purtroppo questo obiettivo è stato largamente disatteso nel corso del 2007 perché a dicembre la dinamica dei prezzi al consumo dell'Eurozona ha fatto registrare un più 3,1%, ben a di là quindi della soglia. Una stretta monetaria, però, potrebbe deprimere ancora di più consumi e investimenti. E sommarsi al rallentamento economico che rischia di trasferirsi in Europa per la frenata della locomotiva americana. Insomma la stabilità sembra la strategia migliore per ora, anche se si fa sempre più folto il coro di voci che chiede e prevede nel 2008 un taglio del tasso di riferimento da parte della Bce, in linea con le altre banche centrali e sulle scia del moltiplicarsi dei segnali di rallentamento di Eurolandia.