Petrolio a 100 dollari. Mai così caro
È accaduto al Nymex di New York in cui è stato infranto il picco di 99,29 dollari raggiunto il 21 novembre scorso. Uno strappo di 4 dollari che ha tirato con se anche il greggio quotato a Londra che ha nuovamente aggiornato il suo record a 98 dollari. In chiusura entrambi i valori sono poi arretrati. A motivare i rincari sono stati gli attacchi dei ribelli agli impianti in Nigeria, principale produttore africano, che fanno temere un rallentamento della produzione, e la previsione di un calo delle scorte settimanali di greggio negli Stati Uniti. Che hanno però messo le mani avanti sulla possibilità di mettere sul mercato gli stock accumulati per le emergenze. «Questo presidente (George W. Bush ndr) non utilizzerà le riserve strategiche per manipolare i prezzi, a meno che non ci sia una vera emergenza - ha detto la portavoce Dana Perino - In questo momento, ci rendiamo conto che i prezzi sono alti e che la domanda è estremamente elevata». Sul picco più elevato mai raggiunto dall'oro nero si è espresso il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita: «Quella dei 100 dollari è una soglia d'effetto, psicologica, importante. Purtroppo eravamo già a 97-98 dollari e da un punto di vista di valore dell'oro nero la differenza non è enorme ma è comunque un brutto segno per la tendenza». Una parte della colpa dei rincari secondo il presidente dei petrolieri è da addebitare alle speculazioni finanziarie. «Non sono estranei i mercati finanziari il cui peso sugli scambi di greggio è ormai significativo». Ogni giorno, infatti, sui mercati mondiali viene scambiata una quantità di greggio pari a sei volte la produzione mondiale. Ora il timore è che prezzi così alti possano portare i loro effetti sul costo della vita. «Un pessimo inizio del 2008 che arriva a poche ore dei nuovi rincari scattati sulle bollette della luce e del gas e che rischia di innescare una nuova raffica di rialzi. Sulla benzina, sulla luce e sul gas, ma più in generale sull'intera economia spingendo l'inflazione verso il 3%» ha spiegato Davide Tabarelli, economista ed esperto tariffario di Nomisma Energia. Poche speranze possono arrivare dall'Opec, l'Organizzazione dei produttori che «può fare poco per raffreddare i prezzi del petrolio»ha detto il presidente della National Oil Corporation libica, Shokri Ghanem. Anche se il barile così costoso è un'opportunità - secondo l'economista Giacomo Vaciago - da sfruttare «invitando i Paesi produttori a investire in Italia, nei nostri porti, nelle infrastrutture, in Alitalia». Il petrolio non è la sola risorsa ad aver corso ieri. Anche l'oro non è stato da meno. Il metallo giallo ha toccato il record di 859,30 dollari l'oncia.