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Giovanni Lombardo [email protected] Alla fine è ...

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Fino all'ultimo è rimasta in campo l'ipotesi di un gestione straordinaria, con la nomina di un supercommissario (secondo indiscrezioni di palazzo il candidato scelto sarebbe Tiziano Treu). Ma il governo ha deciso di mantenere l'impegno a prorogare per sei mesi le cariche dei presidenti dei diversi istituti previdenziali e assistenziali terminate a metà dicembre. Per farlo, il ministro del Lavoro aveva preannunciato un emendamento in Finanziaria, ma poi il provvedimento ha seguito un'altra strada. Il timore dei sindacati era che nel milleproroghe venisse inserito un provvedimento di nomina di un supercommissario unico, per procedere poi sulla strada di un mega accorpamento che puntasse a un ente unico in grado di controllare il polo previdenziale e quello assicurativo. E che, di conseguenza, portasse all'unificazione della previdenza dei lavoratori privati e di quelli pubblici. Un percorso, questo, che avrebbe vanificato però l'obiettivo di procedere alla riorganizzazione degli enti, prevista dal protocollo sul Welfare, attraverso la concertazione. Sindacati e Confindustria sono d'accordo su un punto, vale a dire una riforma della governance degli enti. E su questo versante il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni è stato chiaro: «Non possiamo dare vita a un carrozzone per gestire gli enti previdenziali - ha detto Bonanni a Il Tempo - Anzi credo che la politica debba restare fuori dai cda». Lo scorso 18 dicembre il governo ha convocato a Palazzo Chigi le parti sociali per avviare il confronto sul riordino che dovrebbe portare a risparmi per 3,5 miliardi di euro in 10 anni. Per la riorganizzazione il governo ha anche nominato due advisor (Mc Kinsey e Roland Berger). Ma è tutto rinviato all'anno nuovo, con il premier Romano Prodi che lascia aperta la porta a ogni soluzione: «se sarà un ente o più enti lo vedremo».

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