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Fiat abbandona l'alleato cinese Marchionne: «Ora mani libere»

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«Al fine di garantire le necessità degli oltre 160.000 clienti sul territorio cinese - si legge in una nota congiunta - la società continuerà a dare per il tempo necessario il supporto tecnico alla rete». Sebbene si interrompa così la cooperazione nel settore delle autovetture, la lunga e positiva cooperazione fra i due gruppi continua a svilupparsi nel campo dei veicoli commerciali e nella componentistica. «L'uscita di Fiat dalla joint venture Nanjing-Fiat - afferma l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne - è una scelta che ci permette di muoverci in piena libertà per concentrarci sul piano di ristrutturazione del nostro business dell'auto in Cina. Nac rimane per noi un partner di grande rilievo nel campo dei veicoli commerciali, grazie alla joint venture con Iveco che procede da anni con soddisfazione reciproca. Inoltre, a seguito della fusione annunciata con SAIC che a sua volta è un importante partner del Gruppo Fiat nei settori dei veicoli industriali pesanti, delle macchine agricole e della componentistica, i nostri business in Cina - ha osservato Marchionne - non potranno che rafforzarsi ulteriormente». Il mercato cinese è per il Gruppo Fiat «una tappa fondamentale del progetto di espansione delle attività automobilistiche nel mondo«, ha aggiunto Marchionne, spiegando che nel 2008 il gruppo inizierà «un intenso programma di importazioni di nuovi modelli che saranno venduti dalla nostra rete commerciale, che continueremo a sostenere e con la quale stiamo lavorando con grande impegno per poter offrire ai clienti prodotti e servizi di ottimo livello. Questo ci permetterà di approfondire ulteriormente la conoscenza del mercato cinese, in attesa di definire la nostra partnership con la Chery Automobiles, uno dei più grandi produttori automobilistici cinesi. Sarà così possibile aprire una nuova e importante fase di sviluppo delle nostre attività industriali e commerciali in Cina».

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