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Alitalia, il Nord si ribella ai francesi

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Mentre il leghista Roberto Calderoli parla di «attacco contro il Nord». Eppure resta il fatto che l'offerta francese è più conveniente delle altre non solo alla luce dei valori economici. Ma anche analizzando gli ultimi dati Iata (Associazione internazionale del trasporto aereo), si vede come l'unione delle due compagnie rafforzerebbe il ruolo di leader del mercato europeo del vettore franco-olandese, che staccherebbe così l'accoppiata Lufthansa-Swiss sia nel traffico che nel numero di passeggeri. Come dire: l'operazione darà vita a un nuovo leader europeo. Il pretendente escluso, l'AirOne di Carlo Toto, ha annunciato che intende andare avanti presentando la propria offerta direttamente al governo. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa ha preso atto della scelta del cda e ha girato la documentazione al presidente del Consiglio Romano Prodi che dovrà pronunciarsi entro la metà di gennaio. Ma cosa prevedono le due offerte? I francesi mettono sul piatto 0,35 euro per azione per rilevare il 49,9% del capitale in mano al Tesoro, contro il centesimo offerto dalla cordata italiana. D'Oltralpe arriva anche la promessa di investimenti a lungo termine (6,5 miliardi fino al 2015) e la rassicurazione sul fronte occupazionale (1.700 esuberi contro i 2.750 del piano AirOne). I sindacati temono invece che la compagnia franco-olandese possa dismettere Alitalia Servizi con la conseguente perdita di 8.000 posti di lavoro. Altro fronte caldo è quello degli scali. Air France punta su un solo hub riducendo i voli su Malpensa, mentre il piano di AirOne prevede la piena operatività per i due aeroporti. Il presidente e amministratore delegato Maurizio Prato non ha dubbi: l'offerta francese è preferibile per le sue prospettive di risanamento. Molto probabilmente, dopo Padoa-Schioppa e Prodi, saranno i ministri a poter esaminare per primi le indicazioni del cda di Alitalia. Con calma, durante la pausa natalizia, per poi presentarsi all'appuntamento del prossimo Consiglio dei ministri, il 28 dicembre, per discutere collegialmente il dossier.

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