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Carlo Enrico Bazzani La nautica sbarca a Roma. Ucina, ...

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Del resto le cifre parlano chiaro. La nostra industria nautica è al primo posto in Europa e al secondo nel mondo. Un primato conquistato nonostante la politica non abbia quasi mai dato risposte chiare e incentivanti. Da anni il settore attende il varo del Regolamento di attuazione del Codice della nautica da diporto; un nuovo sistema giuridico complessivo per le attività di Noleggio e Locazione; una nuova legge quadro per le Aree Marine Protette; la Ricettività Nautica, intesa come portualità e logistica terra mare per la piccola nautica; normative per la formazione. E da anni i porticcioli turistici, chiamati a sostenere una forte concorrenza dei Paesi mediterranei nostri vicini, chiedono l'equiparazione alle altre imprese turistiche essendo peraltro soggetti a canoni demaniali che la scorsa finanziaria ha aumentato fino al 300%. E, come se non bastasse, nel mondo politico, in molti casi, si continua a guardare alla nautica demagogicamente come ad un fenomeno d'elite e, quindi, da ignorare se non addirittura da perseguire fiscalmente, dimenticando che, in ogni caso, contribuisce alla ricchezza del Paese con un'occupazione di circa 100 mila addetti e un contributo di oltre il 3% al Pil. «La nautica è un fiore all'occhiello del made in Italy - dice Antono Albertoni, presidente dell'Ucina - chiediamo alla politica di tornare al buon senso pratico. Le nostre sono richieste in positivo, oltretutto con minimo impatto sulle finanze pubbliche, che non ci stanchiamo di ribadire ancora una volta fiduciosi nella responsabilità della politica di fronte agli interessi generali del Paese»

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