Moretti Polegato: «Il mini dollaro è un'opportunità»
Il modello di business seguito dalla Geox di Mario Moretti Polegato ne è un esempio. Come valuta gli effetti di un euro forte e la politica monetaria della Bce? «Le aziende europee sono costrette a operare nell'incertezza perché i competitor americani riescono a vendere i prodotti sotto costo e anche la politica della Bce non aiuta. Però ci sono anche molti vantaggi». In che senso? «Mi riferisco alle imprese manifatturiere, delle costruzioni o che trattano materie prime. Riescono a comprare e costruire a prezzi stracciati». Quanto durerà la debolezza del dollaro? «Difficile prevederlo. Se da un lato l'Italia riesce a contenere il costo del petrolio e dell'energia, dall'altro è una fase temporanea. Ricordo quando con la lira vivevamo la situazione opposta in termini di cambio». Qual è l'antidoto per ridare slancio all'economia italiana? «Una sola ricetta: innovazione. Bisogna creare prodotti nuovi, puntare sulla qualità, il design e la ricerca per non subire gli effetti di una congiuntura sfavorevole. Insomma, valorizzare i giovani». Geox ha fatto la sua fortuna anche grazie ai brevetti. «Certo. Quando collocammo la società in borsa valeva 1,1 miliardi di euro. Abbiamo lavorato sulle proprietà intellettuali, investito sulle università e sulla creatività dei giovani. Adesso Geox vale 4,2 miliardi». Punterete sul mercato degli Stati Uniti come stanno facendo altre aziende del calibro di Luxottica, Brembo, Campari, Risanamento e Socotherm? «Il nostro export è cresciuto dell'80% negli ultimi nove mesi e gli Stati Uniti rappresentano appena il 3% del nostro fatturato. Ma dopo Italia ed Europa sarà la nostra prossima conquista». È favorevole alla delocalizzazione? «Solo in parte. Certo, l'incidenza della mano d'opera è del 60% in Italia e non servono leggi speciali. Il dibattito sul Welfare è male impostato. Bisogna favorire la cultura di impresa». Lei è anche console onorifico della Romania. Qual è la sua analisi sulla sicurezza e sul fenomeno della immigrazione clandestina? «La Romania deve dare atto al nostro Paese degli investimenti fatti e della collaborazione ricevuta. Adesso con l'ingresso in Europa la situazione si sta stabilizzando ma credo che il benessere arrivi solamente da una rivoluzione economica».