Spesa per gli statali senza freni Corte dei Conti lancia l'allarme
Che, ieri, in un'audizione davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica ha minimizzato l'influenza sul bilancio statale delle spese per mantenere il Palazzo (non pesano neanche l'1% l'anno sulla spesa pubblica, ha spiegato il presidente dei magistrati contabili, Tullio Lazzaro). Il vero bubbone dei conti è, invece, il peso degli oneri del personale. Che corrono senza freni: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil nominale. Il messaggio della magistratura è, insomma, chiaro. Se si parla solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta casta, il peso sulla spesa è inferiore all'1% e «non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa», ha spiegato Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora il buco si amplia. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate «durature organizzazioni extra ordinem» con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di «scarsa trasparenza». Non solo: alla fine hanno inciso «in misura molto limitata» sulla riduzione di indebitamento e debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Alta, secondo Lazzaro, per gli «insuccessi della politica nel controllo» delle dinamiche retributive. Altro problema è legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle «continue deroghe» per il personale.