Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Chi esce oggi per fare ...
Ma i supermercati e le grandi catene riunite nella Federdistribuzione hanno assicurato che i negozi rimarranno aperti con il personale sufficiente per garantire il servizio. Sono le indicazioni che arrivano dallo stesso sciopero anticipato ieri per i lavoratori delle aziende che operano su cinque giorni lavorativi. Secondo le sigle sindacali di questi hanno incrociato le braccia in 65 ogni 100. Anche domani (oggi ndr), ha affermato il segretario generale della Fisascat-Cisl Pierangelo Raineri, «ci aspettiamo una buona partecipazione, superiore alle cifre di oggi (ieri ndr), soprattutto nella grande distribuzione». I sindacati hanno organizzato 100 presidi in tutta Italia, concentrati nei maggiori capoluoghi di provincia. L'obiettivo, aggiunge Raineri, è di «sensibilizzare i cittadini perché i salari minimi del settore sono di mille euro al mese. Vogliamo dare dignità al lavoro». Da qui la richiesta dei sindacati di un aumento salariale medio per il quarto livello di 78 euro al mese. Federdistribuzione, associazione di Confcommercio che raggruppa la maggioranza delle imprese della grande distribuzione organizzata (da Auchan a Carrefour, da Esselunga a Despar), ha assicurato però che, nonostante lo sciopero, iper e supermercati resteranno aperti in una giornata cruciale per la spesa come il sabato. «I clienti non devono in alcun modo essere penalizzati nè venire coinvolti nel confronto tra le parti», ha sottolineato. Le previsioni della grande distribuzione sono però fin troppo «ottimistiche», secondo Raineri. Ad essere sicuramente aperti saranno comunque i supermercati della Coop. Il settore cooperativo è infatti regolato da contratti a parte, sui quali la trattativa sta proseguendo. Al contrario del settore terziario privato dove invece, ricordano ancora i sindacati, la Confcommercio non ha intavolato la discussione. L'associazione spiega che il punto cardine per cui la trattativa è ferma non sta negli aumenti salariali, «su cui c'è disponibilità a discutere», ma sulla riduzione della flessibilità e della produttività del lavoro previsti nella piattaforma sindacale. Intanto ieri circa 200 mila metalmeccanici sono scesi in piazza in tutta Italia con adesioni del 90% per lo sciopero di 8 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro. Cifre contestate da Federmeccanica secondo cui la partecipazione delle tute blu è risultata in media pari al 32%. La produzione si è fermata in diverse fabbriche del settore. Le categorie di Cgil, Cisl e Uil hanno segnalato la presenza di 80 mila lavoratori alla manifestazione regionale della Lombardia, 30 mila a Bologna, 15 mila a Firenze e oltre 5 mila nelle piazze del centro-sud.