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Euro e petrolio adesso fanno paura

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Con danni prevedibili alle esportazioni delle imprese e alla crescita economica dei paesi europei. L'euro forte contribuisce in modo determinante alla corsa senza freni dell'oro nero che si avvicina ormai alla soglia dei 100 dollari al barile. A mettere il turbo al greggio, che si è spinto fino a 98,62 dollari al barile, sono anche i timori per le scorte. Una situazione a cui l'Europa non può più assistere passivamente, dice il ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani. A pesare - sottolinea - è la speculazione che domina il mercato. Bisogna dimostrare di «avere un'arma nel cassetto», dice il ministro chiamando l'Ue, i suoi governi ma anche la stessa commissione, a farsi «forza dei suoi 480 milioni di consumatori». A presentarsi cioè sul mercato come «un consorzio di acquisto», per contrastare prezzi determinati solo dal lato dell'offerta. Secondo le organizzazioni dei consumatori il costo dei rincari per le famiglie sarà di 390 euro l'anno: 40 per il riscaldamento e altrettanto per le bollette di gas e luce. Altri 90 euro per i trasporti. L'incremento maggiore è invece per i carburanti (120 euro). In Italia preoccupano i prezzi del diesel e della benzina che si avvicina sempre più al massimo raggiunto nel luglio 2006 (1,409 euro/litro). Ieri mattina sugli impianti Ap e Ip il «prezzo consigliato» per la verde arriva a 1,367 euro/litro (+1 centesimo), mentre quello del diesel si attesta a 1,268 euro/litro (+1 centesimo). Intanto sul fronte del gas ieri Galsi (36% Sonatrach, 18% Edison, 13,5% Enel, 13,5% Wintershall, 9% Hera Trading, 10% Regione Sardegna) e Snam Rete Gas hanno firmato il memorandum di intesa per la realizzazione della sezione italiana del nuovo gasdotto di importazione dall'Algeria all'Italia, via Sardegna.

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