Statali, 100 mila in piazza contro Prodi
Lo sciopero di otto ore - secondo i sindacati che lo hanno indetto: Cgil, Cisl e Uil - è «pienamente riuscito», con adesioni che hanno superato l'80%. L'agitazione, proclamata dalle categorie del pubblico impiego, ha riguardato anche i circa 700 mila medici, veterinari, infermieri e amministrativi. I leader delle tre confederazioni sindacali non hanno lesinato critiche all'Esecutivo che, dopo aver promesso gli aumenti, non ha ancora materialmente erogato il dovuto. Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno per questo accusato il premier Romano Prodi e il suo esecutivo di aver raccontato bugie come Pinocchio e di aver preso in giro i lavoratori pubblici. I sindacati hanno invocato il rispetto dei patti sottoscritti con il memorandum sul lavoro pubblico. A partire dal promesso stanziamento in Finanziaria delle risorse necessarie a rinnovare i contratti. Sia quelli scaduti da quasi due anni, per i quali non sono ancora state avviate le trattative all'Aran (sanità, enti locali, scuola, ricerca e università per un totale di oltre due milioni di dipendenti), sia quelli che scadranno il 31 dicembre (biennio 2006-2007). Nel mirino delle tre confederazioni c'è tuttavia anche la volontà del Tesoro, di ridurre gli organici, bloccare le assunzioni e di non porre un freno alle esternalizzazioni e alle consulenze. «Non siamo soddisfatti delle scelte del Governo - ha detto Epifani - Prodi ascolti anche questa piazza. Il Governo è davvero un grande Pinocchio - ha aggiunto il leader della Cgil - ha firmato un accordo e se l'è dimenticato il giorno dopo». Per Bonanni l'esecutivo si è comportato come il burattino della favola di Collodi: «La parola data non è stata mantenuta sull'onda di un equivoco che l'esecutivo ha portato avanti con sapienza. Sulla stessa lunghezza d'onda Angeletti. «Non vogliamo essere presi in giro e beffati dal Governo» ha tuonato il leader della Uil. Per il ministro Luigi Nicolais, si è trattato di «uno sciopero preventivo, di una prova di forza con un carattere più politico che altro». Oggi poi scioperano e scendono in piazza, sempre a Roma, i sindacati Confederali della scuola.