Sfratti, ancora un rinvio

Così chi aspettava pazientemente la ripresa delle esecuzioni per rientrare nella piena disponibilità dei propri beni dovrà aspettare altri otto mesi. Tanto è, infatti, il lasso di tempo in cui gli ufficiali giudiziari non potranno intervenire secondo lo schema di decreto che è oggi all'esame del Consiglio dei Ministri. I titolari del diritto di proprietà avevano diligentemente aspettato fino allo scorso 15 ottobre, un termine che segnava la fine delle precedente proroga, ma la loro pazienza è stata tradita ancora una volta dalle necessità del premier, Romano Prodi, di tenere incollati i pezzi della sua fiaccata maggioranza accontentando le ali più radicali dell'Esecutivo. Così sotto la pressione del ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, ha dovuto cedere e mettere all'ordine del giorno dell'agenda di Palazzo Chigi l'ennesimo rinvio. La mossa non è stata accolta con favore dalle associazioni dei proprietari. La Confedilizia presieduta da Corrado Sforza Fogliani si è detta «allibita» perché a fronte di meno di 3 mila sfratti interessati dal provvedimento si dà «un nuovo colpo mortale alla locazione» invece di rilanciarla. Sulla stessa lunghezza d'onda l'Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi) che ha sollecitato la mobilitazione dei proprietari di case contro il governo che «scarica ancora una volta sulle spalle dei risparmiatori l'incapacità di risolvere i problemi dei meno abbienti». Ma tant'è. E il Governo insensibile al rispetto del principio basilare della proprietà privata non opporrà grande resistenza alle richieste del ministro Ferrero che, di concerto con i ministri delle Infrastrutture, dell'Economia e delle finanze e delle Politiche per la famiglia, porterà sul tavolo del Consiglio dei Ministri il testo della proroga. E ancora una volta la motivazione sarà la stessa: la «straordinaria necessità e urgenza di contenere il disagio abitativo» di categorie svantaggiate, soprattutto nelle aree di più alta densità di popolazione, anche per la scadenza della precedente proroga, fissata al 15 ottobre 2007. Qualche rimorso di coscienza però lo avrà avuto anche Prodi. Così sono previste «congrue misure che addossano sulla collettività l'onere economico di protezione degli inquilini, alleviando il sacrificio del locatore» con benefici fiscali per i proprietari, sia da parte dello Stato che, nel caso, dei Comuni. Nel testo si ricorda che sono stati già trovati i finanziamenti per 700 milioni di euro ma «occorre ancora un pò di tempo per la loro concreta utilizzazione». Per ora solo una promessa dunque. Il provvedimento però non comporta ulteriori oneri per la finanza pubblica, perché era stato notevolmente sovrastimato il numero delle famiglie coinvolte, da 30 mila si è scesi a 3 mila unità.