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Fiamme Gialle contro i rincari

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Ad annunciarlo è stato il ministro per lo Sviluppo, Pierluigi Bersani, dichiarando che verranno «rafforzati i controlli» e scatteranno verifiche da parte della Guardia di Finanza. A scendere in campo con «controlli a tappeto» sarà una task force formata da Fiamme Gialle, carabinieri dei Nas, Agenzia delle dogane e Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. Nel mirino tutti i possibili comportamenti speculativi, come l'occultamento o l'accaparramento delle merci messi in atto per turbare il mercato, i prezzi al dettaglio e il loro confronto con quello di acquisto all'ingrosso e la qualità dei prodotti. Un'iniziativa che ha suscitato immediate reazioni. Confesercenti ha lanciato un appello: no ai processi che colpiscano intere categorie; il governo non dimentichi che siamo in un libero mercato. L'allarme prezzi è legato alle tensioni sui costi di alcune materie prime, soprattutto nella filiera cerealicola e casearia, ma si salda con un più generale timore di nuove fiammate inflazionistiche, strettamente legato con l'aumento delle quotazioni del petrolio. Il caro-greggio «prima o poi incide sul sistema dei prezzi», ha osservato nei giorni scorsi Bersani. Questo non vuol dire che si trasformi in un «elemento depressivo dell'economia», ma rappresenta un «campanello d'allarme per l'inflazione». Petrolio alle stelle significa anche bollette elettriche e del gas più salate: di recente Nomisma Energia ha stimato rispettivamente rincari dell'1,9% e del 2,6% a partire da gennaio. Un effetto tampone verrà dalle misure che si stanno predisponendo per garantire un bonus, nell'ordine del 20%, alle fasce sociali più deboli: famiglie numerose e con bassi redditi, malati che utilizzato apparecchiature salvavita. «Dal primo gennaio saremo pronti», ha assicurato il ministro dello Sviluppo. Il petrolio intanto continua a salire e per fortuna dei consumatori gioca a favore la svalutazione del biglietto verde sull'euro, un elemento che in questa fase ha un effetto determinante di contenimento, come ha sottolineato il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita: «Per nostra fortuna, abbiamo la forza dell'euro», ha dichiarato, ed è proprio grazie all'andamento della valuta europea e al fattore cambio sulla moneta statunitense che «avremo una bolletta petrolifera di un paio di miliardi al di sotto di quella dello scorso anno», quando si attestò a 27,6 miliardi. Senza l'effetto euro, l'esborso dell'Italia per acquistare petrolio all'estero sarebbe senz'altro più alto. E in ogni caso il caro-greggio ha già ridotto gli spazi di calo della bolletta, che le prime stime - prima dell'estate - vedevano attorno ai 24,5 miliardi.

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