La Bce chiede rigore sui conti

La Banca centrale europea nutre «crescenti timori» per l'allentamento degli sforzi di risanamento strutturale delle finanze pubbliche nei Paesi dell'Eurozona. Nel Bollettino mensile il Consiglio direttivo dell'Eurotower esorta tutti i Paesi interessati dell'area dell'euro a tenere fede «all'impegno preso nell'ambito del Patto di stabilità e crescita di apportare miglioramenti strutturali ai saldi di bilancio». Francoforte denuncia anche il ritardo di misure di riequilibrio dei conti e sottolinea che politiche fiscali solide «contribuiranno in maniera rilevante a preservare la fiducia» in una fase di maggiore incertezza sui mercati finanziari. Un nuovo monito che, anche se non in modo esplicito, chiama in causa anche l'Italia. Sulla manovra di bilancio 2008 del governo Prodi sono già arrivati i rilevi critici della Ue e del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. La Finanziaria è stata definita da Bruxelles poco ambiziosa proprio per il rallentamento registrato nel processo di risanamento dei conti pubblici e per il ridimensionamento dell'intervento di correzione del deficit, dallo 0,5% stabilito dal patto di stabilità allo 0,2% deciso dal governo. La Bce appare incerta, invece, sul capitolo della politica monetaria. Francoforte ribadisce che l'obiettivo primario è «contrastare i rischi al rialzo per la stabilità dei prezzi» ma non sa indicare, di fronte alle turbolenze degli ultimi mesi, una strategia chiara sui tassi. «Dato il più elevato gradi di incertezza - si legge nel Bollettino di ottobre - occorrono maggiori informazioni prima di trarre ulteriori conclusioni per la politica monetaria» Il Bollettino dedica spazio anche ai rincari dei prodotti alimentari (la Bce ha denunciato lo scorso mese impennate anche del 30%). Per arginare l'infiammata dei prezzi la strada da seguire è quella della liberalizzazione e della riforma dei mercati agricoli. Il tasso di inflazione nell'area dell'euro, tuttavia, dovrebbe rimanere «su livelli nettamente superiori al 2% nei restanti mesi del 2007 e agli inizi del 2008, per poi tornare a scendere». La Banca centrale analizza anche l'andamento dei mutui alle famiglie: nel terzo trimestre, complice anche l'aumento dei tassi arrivati al 4%, la richiesta di prestiti per l'acquisto delle abitazioni è diminuita del 15% dopo il -22% messo a segno nel trimestre precedente. Un crollo, spiega Francoforte, dovuto a una valutazione meno favorevole delle prospettive del mercato degli immobili residenziali e al peggioramento della fiducia dei consumatori.