Telecom, sì al piano di Tronchetti
Per loro era vietato l'ingresso in Olimpia anche come socio di minoranza. Poi qualcosa è cambiato. O meglio, il vertice Telecom è cambiato e improvvisamente le barriere di Palazzo Chigi si sono abbassate. Scomparse. Tanto che la società spagnola è diventata nel giro di pochi mesi (aprile-maggio 2007) un'azionista di peso della nuova Telco e viene unanimemente considerata come un buon partner strategico per Telecom Italia. Eppure era stato Tronchetti a individuare questa soluzione. Stesso discorso per Murdoch. La scorsa estate l'incontro in barca sulle coste greche di Zante tra il magnate australiano e Tronchetti Provera fu interpretato dalla «politica» come un affronto invece che un'ottima opportunità di sviluppo. Una prova incontestabile è arrivata nei giorni scorsi: Telecom Italia ha firmato con SKY (Gruppo NewsCorp di Murdoch) una partnership sui contenuti, basata sull'idea di creare una sinergia tra programmi televisivi e rete a banda larga. Ma anche in quella occasione Murdoch era considerato una minaccia solo perchè a tirare le fila c'era Tronchetti. E ancora. Passiamo al capitolo della Rete. Tronchetti Provera è stato sempre un convinto sostenitore della specificità della Rete di telecomunicazioni sottolineandone le differenze rispetto alle infrastrutture energetiche. Questa era la ragione in base alla quale si opponeva alle ipotesi di nazionalizzazione o di scorporo. A dargli man forte ci hanno pensato recentemente Verheugen e Kroes, due influenti commissari europei che hanno criticato il collega alle comunicazioni Reding. E, beffa nella beffa, la posizione di Tronchetti sulla Rete sembrerebbe condivisa anche dallo stesso numero uno di Telefonica Cesar Alierta. Il piano di Tronchetti datato 11 settembre 2006 ipotizzava una possibile cessione di una quota di minoranza dell'infrastruttura per guadagnare una maggiore flessibilità operativa e finanziaria. Piano rispolverato da Intesa SanPaolo e Mediobanca, due dei più importanti azionisti di Telco. Molti report delle principali case d'affari ritengono la cessione di un pezzo di Tim o della rete come un'opzione assolutamente ragionevole. Insomma, quello che aveva deciso Tronchetti era stato criticato e deriso. Ora le sue brillanti intuizioni sono la base per rilanciare Telecom Italia. Bisognerebbe dare la paternità di questo complesso progetto a Tronchetti Provera e alle sue intuizioni della scorsa estate. I guai cominciano quando la «politica» non lascia alle società e al mercato il giusto raggio d'azione. Meglio «la mano invisibile» di certe mani che inquinano il libero mercato.