Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

A marzo inflazione all'1,7%. Stesso livello del '99

default_image

  • a
  • a
  • a

Che a marzo è scesa all'1,7%. Per trovare lo stesso livello bisogna tornare indietro all'estate del 1999. Ma tant'è e ieri l'Istat ha confermato, secondo le stime, che i prezzi al consumo sono cresciuti a marzo dello 0,2% rispetto a febbraio e dell'1,7% su marzo 2006 registrando un rallentamento rispetto all'1,8% tendenziale segnato il mese precedente. Un dato che è in controtendenza rispetto al livello dei prezzi nella zona euro che a marzo, secondo le stime preliminari, si attesta all'1,9% tendenziale a fronte dell'1,8% di febbraio. L'Istat segnala aumenti congiunturali significativi per i trasporti (+1,1%) e per la ristorazione (+0,6%) e un calo rilevante per il capitolo delle comunicazioni (-6,3%), grazie soprattutto allo stop ai costi di ricarica dei cellulari e al calo delle tariffe telefoniche. Gli incrementi tendenziali più elevati dei prezzi si sono registrati nelle bevande alcoliche e tabacchi (+4,4%) e per acqua elettricità e combustibili (+3,7%) ma anche per i prodotti alimentari (+2,4%) mentre calano i prezzi nelle comunicazioni (-10,6%) e nei servizi sanitari (-0,7%). L'Istituto ieri ha segnalato anche la frenata registrata dalle retribuzioni orarie che a febbraio hanno segnato un +2,6% (3,2% a gennaio), il dato più basso dal maggio 2006 anche a fronte dell'ampia area di contratti di lavoro non rinnovati. Positive le reazioni dei sindacati. Per la Cisl Giorgio Santini sottolinea che il calo inflazione «è una buona notizia» che «dimostra che liberalizzazioni fatte bene possono frenare i prezzi». Per il segretario confederale della Uil Paolo Pirani accanto alle liberalizzazioni ci vogliono politiche di sostegno ai redditi da lavoro e da pensione perchè «il problema italiano oggi non è l'inflazione ma lo sviluppo». Per il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini «l'Istat sottostima l'inflazione e sovrastima l'incremento delle retribuzioni» visto che i lavoratori fanno i conti nella realtà con una contrazione del potere d'acquisto dei salari. [email protected]

Dai blog