«Più spazio alla microimpresa per la crescita»

È la proposta del presidente di Casartigiani, Giacomo Basso, che oggi presiederà Artigianrieti che si terrà nel capoluogo sabino presso Palazzo Sanizi. Si tratta di uno degli appuntamenti di riferimento di Casartigiani e segue il meeting dell'Artigianato di Lanciano. Il convegno ha lo scopo di contribuire a profondere idee per la focalizzazione dell'importanza e della valenza economica e sociale della provincia italiana, nel contesto della quale l'artigianato dà il meglio di se. L'Associazione di Rieti presieduta da Giuliano Pizzocchia Vicepresidente della Camera di Commercio locale, coadiuvato da Luigi Ciace è una delle associazioni storiche e più rappresentative soprattutto in relazione al rapporto numero di artigiani in attività - iscritti e ha espresso dirigenti «pionieristici» del sindacato come Vincenzo Rea, al cui ricordo questo convegno è dedicato. Il Convegno sarà gratificato da presenze istituzionali, si incentrerà soprattutto sul tema del ruolo e dell'importanza dell'artigianato in provincia, ma spazierà su tutti i temi di attualità quali in particolare la concertazione in atto con il Governo, ma, anche, in particolare sul modello di rappresentanza futuro per l'artigianato e in generale per la microimpresa. Presidente Basso ha visto il successo del Forum di Cernobbio di Confcommercio, volete ricalcarne l'eco? «Straordinario risultato. Complimenti a Carlo Sangalli che ha parlato per tutti in sede di concertazione con il Governo. Il suo understatement è di esempio per tutti nella società dell'apparire e del poco essere, c'è idem sentire soprattutto quando parla di rinuncia alla possibilità parlamentare, come feci anch'io anni fa, per continuare questo impegno in Casartigiani e quando parla di soggetto politico autonomo e tanta mediazione e buon senso. Del resto siamo in un momento in cui c'è un'ottima dirigenza nella microimpresa e lo spirito del Capranica e cioè quello unitario va avanti. Io cerco di portare un contributo di esperienza e di lealtà a una causa comune». Ormai quindi il concetto di microimpresa europea favorisce questa uniformità? «Si, da un punto di vista delle finalità, ma naturalmente ci vorrà tempo perché questo cali su un aspetto rappresentativo e anche di identità e di appartenenza, ma si farà. Il convegno di Rieti si prefigge, per quanto è possibile, di fare chiarezza proprio sul modello rappresentativo futuro. In attesa della maturazione degli eventi, perlomeno su quello di Casartigiani». E qual è il suo pensiero? «Penso che sia ineluttabile, dopo le classificazioni dell'Ue - è solo questione di tempo - un'unica rappresentanza della microimpresa, che si muova sinergicamente con quella dell'impresa tout court, ma questo solo per la specificità italiana, che abbiamo messo in evidenza più volte e che è una nostra forza e che vede un ruolo così importante della micro, perché sennò basterebbe una sola organizzazione imprenditoriale. Nel mondo artigiano, ma anche in tutta la microimpresa, un ruolo preponderante anche sugli aspetti di modifica rappresentativa lo avranno i Consorzi Fidi che dovranno essere necessariamente unitari in tutte le regioni, per favorire l'agevolativo e la garanzia per il bene della microimpresa che si alimenta di questo. I cambiamenti vanno assecondati, chi si oppone alla storia viene travolto. Chi avrà fatto i giusti passi sull'organizzazione del Credito avrà grande forza nel modello rappresentativo futuro. L'epoca del sindacato artigiano di servizio e comunque della dicotomia servizio-rappresentanza è al tramonto in tutti i settori. I giovani vogliono fare subito politica, il nostro romanticismo non trova proseliti. C'è carenza di «vocazioni» e di qualità nell'impegno della rappresentanza imprenditoriale. Con il bipolarismo un imprenditore o comunque un dirigente, impegnato sindacalmente, se ha qualità, cerca subito l'impegno politico. Questo da un lato è un bene perché le nostre organizzazioni non sono più il serbatoio di voti di nessuno, ne masserie politiche, però bisogna ricreare un