Capitalia, Telecom alla prova del cda
In primo luogo sarà preso in esame il bilancio 2006, chiuso con un nuovo utile record per la banca a 1,162 miliardi (+12%). Ma la discussione, anche se a livello informale, si sposterà presto sulle partite calde che si stanno giocando in questi giorni. In particolare i consiglieri potrebbero chiedere spiegazioni a Geronzi sulle scelte che la banca si appresta a fare in merito al rissetto dell'azionariato di Telecom in vista della cessione della quota in mano a Tronchetti Provera. Non solo. Sullo sfondo c'è anche il rinnovo del vertice e la nuova governance in Mediobanca-Generali. Sul fronte delle tlc le trattative tra gli istituti di credito sono andate avanti nel week end e il fronte bancario che si va consolidando intorno a Intesa e comprende ormai quasi il 10 per cento in sede di patto con la discesa in campo di Mediobanca e Capitalia, a cui sembra probabile si possano aggiungere anche Generali e il finanziere Romain Zaleski. Il nodo da sciogliere resta il valore del titolo. A pagare 2,8 o 2,7 euro come inizialmente ipotizzato, Intesa e i suoi partner sembrano refrattari. Scendere oltre quella soglia significherebbe per Tronchetti Provera trovarsi in mano molto poco dopo anni di gestione del gruppo telefonico. Capitalia segue anche le vicende interne a Mediobanca e Generali, le due società partecipate da Via Minghetti che si apprestano a breve a rinnovare, rispettivamente, la governance e il cda. È prevista l'adozione di un sistema duale per Piazzetta Cuccia, che riunisce il Patto venerdì prossimo, mentre sarebbe scontata la conferma del vertice per il Leone triestino in vista dell'appuntamento con gli azionisti per l'approvazione del bilancio, come tradizione vuole, l'ultimo sabato di aprile. Per Mediobanca le ultime decisioni dei soci accelerano di fatto per una riforma della governance in linea con quella già adottata nelle ultime fusioni bancarie, a partire da Intesa Sanpaolo, che prevede un consiglio di sorveglianza e un consiglio di gestione. Negli ambienti bancari, c'è chi legge nella scelta di Mediobanca la possibilità che la riforma sia preparatoria all'ipotesi di una integrazione fra Piazzetta Cuccia e il suo prima azionista, Capitalia. Del resto non è un mistero che il più accreditato candidato alla presidenza del consiglio di sorveglianza sia proprio Geronzi, al quale Bollorè ha già offerto sostegno con l'ingresso, insieme al numero uno del Santander, Emilio Botin, nel capitale della banca romana. Lo stesso Geronzi all'inizio di febbraio aveva di fatto dettato i tempi per eventuali sviluppi sulla crescita della banca: «ci saranno ancora tre mesi di assoluta stabilità e poi dopo chi ha progetti, e noi li abbiamo, li realizzerà». E aveva spiegato anche i passaggi in questa direzione, rappresentati appunto dal rinnovo del cda di Generali e dal rinnovo del patto di Piazzetta Cuccia. economia@iltempo.it