Pubblicità ingannevole
È quello che si sono visti recapitare pubbliche amministrazioni, associazioni dei consumatori, studi professionali e singoli cittadini: un depliant in realtà molto più insidioso di quanto non sembrasse ad una prima occhiata che, una volta compilato, firmato e rispedito, obbligava i malcapitati a pagare tra gli 850 e i 1.000 euro per aver sottoscritto inconsapevolmente un servizio a pagamento. L'allarme sui tranelli postali arriva dall'Antitrust, i cui provvedimenti per pubblicità ingannevole emanati tra il 2006 e inizio 2007 indicano come il fenomeno si stia allargando a macchia d'olio. Al punto da costringere l'Autorità ad intervenire più volte con multe complessive fino ad oltre 210 mila euro. Il meccanismo censurato dal Garante consisteva nell'inviare un modulo contenente, senza distinzioni grafiche adeguate, una richiesta di modifica dati su data-base on-line e un'offerta economica all'inserimento ex novo, secondo l'Autorità guidata da Antonio Catricalà, non sufficientemente evidenziata e quindi non immediatamente riconoscibile. Un «congegno ingannatorio» che portava comunque, nel caso di sottoscrizione del modulo, ad aderire automaticamente all'offerta economica. «È un fenomeno che crea preoccupazione - confermano gli uomini di Catricalà - perché particolarmente insidioso: chi riceve questi opuscoli, soprattutto professionisti ed operatori economici, è convinto di dover solo modificare dati già presenti in Internet o in altri data-base o di poter essere citato in pubblicazioni fieristiche a titolo di gratuito, scoprendo poi di aver sottoscritto un servizio a pagamento». Le società pizzicate e sanzionate dall'Antitrust con il Cnr non hanno invece assolutamente nulla a che fare anche perchè tutte straniere, venute ad agire in Italia. Si tratta di operatori pubblicitari con sede in Germania, Austria e Svizzera operative con i tranelli in tutta Italia.