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di PINO GIULIETTI TEMPI stretti e alta tensione intorno al riassetto dell'azionariato Telecom.

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In attesa del concretizzarsi di una proposta, si moltiplicano le indiscrezioni. Tra le ipotesi si fa avanti quella di una scissione di Pirelli in due holding di cui una con in pancia Olimpia. È una delle ipotesi allo studio, questa insieme ad altre - confermano fonti finanziarie - ma per svilupparsi deve fondarsi su un progetto credibile e di mercato. Piazza Affari si è infiammata all'idea che Camfin potesse cedere il suo 25% per 800 milioni di euro strappando ieri in mattinata un rialzo fino al 10% ma secondo gli analisti «il progetto appare poco credibile perchè ha l'unico scopo di avvantaggiare Camfin, e questo di certo non è l'obiettivo dell'intervento del sistema bancario nel riassetto azionario di Telecom». La stessa Pirelli precisa che valuterà le proposte «purché risulti assicurato a parità di condizioni il soddisfacimento dell'interesse di tutti gli azionisti» e torna a sottolineare che nel mandato assegnato il 12 marzo al presidente c'è il compito di «esplorare tutte le possibili opzioni per la migliore valorizzazione strategica dell'asset, non esclusa la dismissione della partecipazione». In Borsa, a fine seduta, Camfin ha ridotto il rialzo al 2,55% a 1,73 euro in controtendenza rispetto a Pirelli che ha invece lasciato sul terreno il 2,09% a 0,83 euro. Telecom ha concluso con un cauto progresso dello 0,42% a 2,13 euro. La scissione di Pirelli in due è in effetti - si è appreso - una delle ipotesi allo studio delle banche che vogliono tuttavia mettere a punto un progetto finale credibile per il mercato, senza favorire uno solo degli azionisti; ma per questo ci vuole tempo e, secondo fonti finanziarie, Intesa Sanpaolo avrebbe invece fretta di chiudere. Il conto alla rovescia in vista dell'assemblea di Telecom, chiamata a rinnovare il cda, è cominciato, manca un mese all'assemblea convocata in prima il 15 e in seconda il 16 aprile e le liste vanno presentate 10 giorni prima. Parallelamente infatti è aperta la caccia al manager che, con l'arrivo delle banche nell'azionariato, dovrebbe affiancare nel caso il presidente Guido Rossi. Ritornano, ma sarebbero ancora tutti da valutare, i nomi di Vito Gamberale, Francesco Caio, Vittorio Colao e Franco Bernabè . Tornando all'architettura che ridisegnerà l'azionariato di Telecom la soluzione più semplice sarebbe quella di organizzare una cordata di banche per rilevare l'80% di Olimpia e in una fase successiva far entrare anche dei partner industriali. A un prezzo di 2,7-2,8 euro per azione (questo secondo indiscrezioni quanto sarebbe disposta ad offrire Intesa Sanpaolo) l'introito per Pirelli sarebbe di 2,9-3 miliardi e se anche Edizione Holding decidesse di uscire, l'esborso complessivo per le banche sarebbe di 3,6-3,8 miliardi, a cui aggiungere 2,9 miliardi di debito della holding che controlla il 18% di Telecom. «Non commento, perchè è giusto cosi», è stata l'unica risposta del consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera a Cernobbio, dove ha peraltro rivendicato il ruolo delle banche a sostegno dei grandi gruppi italiani. [email protected]

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