Titolo in frenata
è stata infatti una seduta sofferta a Piazza Affari per il gruppo di telecomunicazioni e Pirelli nel giorno dela presentazione delle strategie per il prossimo triennio. Analisti e mercato sono rimasti delusi da un piano definito «troppo conservativo» e caratterizzato da target inferiori alle attese e con poco «appeal speculativo». Peggio ha fatto Pirelli, azionista di riferimento di Telecom attraverso Olimpia, alle prese con un piano industriale che le concede poco e riduce il pay-out (percentuale dell'utile destinata a dividendo) per il 2007. Così il gruppo presieduto da Guido Rossi ha chiuso in flessione dell'1,11% a 2,13 euro, tra scambi per circa 300 milioni di pezzi, pari al 2,24% del capitale, recuperando da un minimo di 2,11 euro (-1,95%) toccato in mattinata. Per Telecom si tratta della nona seduta consecutiva chiusa col segno meno. Un periodo nero in cui il gruppo ha lasciato sul terreno praticamente il 10% della sua capitalizzazione di Borsa. Ancora più tormentata la giornata per Pirelli che, arrivata a perdere fino al 4%, ha chiuso in ribasso del 2,79% a 0,75 euro tra scambi pari a circa 122 milioni di azioni (circa il 2,33% del capitale). A monte della catena di controllo non è stata risparmiata neppure Camfin, scesa del 2,58% a 1,55 euro. Gli analisti hanno concordato con Rossi nel definire il piano «sicuramente realistico» ma sono rimasti delusi in diversi passaggi come nella crescita dei ricavi, stimata tra l'1 e il 2% nel triennio 2007-2009, praticamente dimezzata rispetto alle previsioni di un aumento tra il 3 e il 4% fatte solo un anno fa. Pesa, lo riconoscono anche gli analisti, il fatto che le risorse «sono limitate» (i 15 miliardi di investimenti «sono una cifra simile a quella messa in campo in passato»), senza contare che il decreto Bersani impatterà sui conti 2007 del gruppo per 350-400 milioni di euro a livello di ricavi ed ebitda. La reazione più accentuata di Pirelli viene spiegata sia con riferimento alla futura riduzione del dividendo per Olimpia, che per l'esercizio 2007 godrà di un pay-out sceso dal 90% all'85-80%, sia, come nota un analista, dalla presenza di un board che «denota una minor preoccupazione dei riflessi sul titolo» delle proprie scelte per concentrarsi più «su quelli industriali». Anche la definitiva rinuncia all'ipotesi, tanto caldeggiata da Pirelli, di Telefonica come partner esclusivo del gruppo a favore di una politica di alleanze «aperta» sul modello Fiat viene letta da più di un analista come un sintomo di una maggiore distanza del board di Telecom, definito «ormai un consiglio di indipendenti», dal suo azionista di riferimento, Marco Tronchetti Provera. economia@iltempo.it