Rossi dice addio a Mediobanca

In occasione del rinnovo anticipato a fine mese dell'accordo parasociale, che vincola il 54,7% del capitale dell'istituto, farà un passo indietro anche Telecom, socia di Piazzetta Cuccia, al pari del Lingotto, con una quota dell'1,8%. La questione sarà sul tavolo del direttivo del patto martedì 13 marzo e la riunione servirà a fare il punto anche sulla governance con i soci francesi che rilanciano il modello dualistico. È quanto emerso da una giornata che a Piazzetta Cuccia, mentre era in corso il Telecom Day dal quale è arrivato l'annuncio del disimpegno del gruppo di tlc, si è aperta con l'esecutivo e il Cda. Entrambi sono stati dedicati ai conti del primo semestre, archiviato con ricavi saliti del 3,7% a 768,5 milioni e un utile netto di 526 milioni, in linea con il risultato dello stesso periodo dell'anno scorso (515,4 milioni) e sopra gli obiettivi del piano 2005-2008. Quest'ultimo sarà aggiornato a settembre per i settori retail e private banking mentre, riguardo alla presenza all'estero, la banca dopo la Germania punta ad aprire un ufficio in Spagna. I risultati sono stati presentati dal direttore finanziario Alberto Nagel nel pomeriggio, al termine di un pranzo con buona parte dei consiglieri nella sede della banca. Nagel ha evitato di rispondere su Pirelli e Telecom, di cui Mediobanca è azionista di peso («Meglio essere prudenti in questo momento, considerando cosa sta accadendo nelle due societa», ha spiegato) mentre non si è sottratto alle domande degli analisti su Capitalia e Generali. Per quest'ultima «Quel che è avvenuto di recente dimostra che grande parte dello sviluppo è fuori dall'Italia - ha osservato riferendosi ai paletti posti dall'Antitrust alla compagnia - Mediobanca contribuirà a una composizione del board che possa permettere a Generali di essere più forte e profittevole». Interrogato poi sull'assetto azionario di Piazzetta Cuccia nell'ipotesi di operazioni che interessino Capitalia, Nagel ha affermato: «Non considero il consolidamento in corso nel settore bancario un problema importante per il nostro sviluppo». Nel frattempo Vincent Bollorè, entrato di recente in Capitalia, insieme al numero uno del Santander Emilio Botin, per preservare gli equilibri in Mediobanca e assicurare la riconferma di Antoine Berhneim al vertice del Leone, ha ribadito di avere in mano meno del 2% della banca romana. Sulla governance di Piazzetta Cuccia il finanziere francese ha poi rilanciato il modello dualistico che ha definito «molto interessante». «Ne discuteremo - ha preannunciato - nella riunione del patto». economia@iltempo.it