Dati positivi nell'industria
Le buste paga sono risultate più ricche in media del 3,2% nell'industria e nei servizi rispetto al 2005 e al tasso medio di inflazione, che nel 2006 è stato del 2,1%. Meglio è andata ai lavoratori dell'industria che - secondo le rilevazioni dell'Istat - l'anno scorso hanno visto un aumento del 4,3% mentre quelli dei servizi hanno avuto un incremento più contenuto, pari all'2,1%. Buon andamento delle retribuzioni lorde anche nell'ultimo trimestre 2006 che nella media dell'industria e dei servizi hanno avuto un aumento tendenziale, cioè rispetto allo stesso trimestre del 2005, del 2,5%. Al netto degli effetti stagionali, l'incremento sul trimestre precedente è stato dello 0,8%. Nel quarto trimestre 2006, le buste paga dei lavoratori dipendenti nell'industria hanno visto un incremento tendenziale del 3,7% mentre è stato contenuto all'1,4% l'aumento lordo nei servizi. L'incremento più marcato nell'industria ha riguardato la produzione di energia elettrica, gas e acqua (+5,7%) - dove sono stati erogati aumenti tabellari e arretrati legati al rinnovo del contratto nazionale di lavoro - e nel settore delle estrazioni di minerali (+5,4%). Nel terziario, la crescita delle retribuzioni più marcata è stata nei trasporti, magazzinaggio e comunicazione (+3%) all'opposto del settore alberghi e ristoranti (-0,7%). Sul trimestre precedente, la variazione è stata dell'1% nell'industria e dello 0,4% nei servizi. Nel 2006 gli oneri sociali sono aumentati in media sul 2005 dell'1,1%. Nel quarto trimestre dell'anno scorso, la dinamica degli oneri sociali è stata nell'insieme dell'industria e dei servizi nettamente inferiore a quella delle retribuzioni, con un incremento tendenziale dello 0,4%. A frenarla, ha spiegato l'Istat, ha contribuito in modo significativo la riduzione avvenuta ad inizio 2006 di alcune aliquote contributive. Il costo del lavoro nella media del 2006 è aumentato del 2,6%, (+3,8% nell'industria e +1,7% nei servizi). Negli ultimi tre mesi del 2006 il tasso di crescita tendenziale è stato del 3,1% nell'industria e dello 0,9% nei servizi. È «emergenza salari» ha affermato Maurizio Sacconi (Forza Italia) secondo il quale «cresce il costo del lavoro a scapito della competitività dell'impresa». Ad avviso del parlamentare occorre «promuovere la produttività attraverso premi e incentivi opportunamente sottratti alla progressività del prelievo fiscale». economia@iltempo.it