di FILIPPO CALERI I MERCATI hanno ancora paura dell'Asia.
E alla scottatura si è aggiunto il rally dello yen. Risultato: chi pensava a una ripresa dei corsi azionari già da ieri ha dovuto ingoiare altri bocconi amari. Le Borse europee hanno infatti archiviato la quinta seduta consecutiva in calo. Tra i peggiori listini so è sagnalato l'italiano Mibtel (-1,14%), seguito da Dax (-1,04%), Ftse100 (-0,97%) e Cac40 (-0,56%). Mentre tra i settori che hanno presentato le maggiori sofferenze ci sono i minerari, penalizzati come i petroliferi dal calo delle materie prime su timori di un rallentamento globale della domanda, i titoli dei beni e servizi industriali in scia al calo dell'indice Pmi, i viaggi e i servizi finanziari. Insomma tira una brutta aria nelle Borse di tutto il mondo. E ad aggiungere elementi di incertezza ci si è messo anche la corsa della divisa giapponese, salita ai massimi da tre mesi sul dollaro e l'euro, che ha fatto crollare la borsa di Tokyo di oltre il 3%. Inevitabile è stato l'effetto al ribasso anche per le altre borse orientali. Hanno lasciato sul terreno tra il 3% e il 4% i listini di Taiwan, Hong Kong, Singapore e Seul, mentre la borsa australiana ha perso il 2,3%. L'effetto domino è arrivato anche sulle borse europee e su Wall Street che, in avvio, ha registrato un calo degli indici parzialmente recuperato nel corso delle contrattazioni. A spiegare il rally dello yen e le nefaste conseguenze sui mercati azionari è la brusca inversione da parte degli investitori (in particolare gli hedge fund), che tendono a liberarsi delle esposizioni a rischio, in particolare le operazioni di carry trade, che consistono in indebitamenti in yen e reinvestimenti in strumenti finanziari più redditizi. Il vero timore degli investitori resta però quello di una possibile recessione Usa, paura stimolata nei giorni scorsi dalle parole di Alan Greenspan, l'ex presidente della Fed, che ha evocato lo spettro di una inversione di tendenza negativa dell'economia americana. E così già la settimana scorsa il rafforzamento dello yen aveva fatto crollare del 9% la borsa di Shanghai, facendo poi partire una reazione a catena che aveva portato al martedì nero dei mercati lo scorso 27 febbraio. Intanto l'onda anomala delle borse si è abbattuta anche su Piazza Affari dove l'S&P-Mib ha chiuso in calo dell'1,03% % per effetto di vendite diffuse sull'intero listino. In particolare il titolo Fiat ha ceduto fino al 4% sui timori di un rinvio del bond obbligazionario annunciato emissione per via dele cattive condizioni di mercato. Per gli analisti, infine, le turbolenze non sono la prova generale di una recessione negli Usa, ma una «forte correzione». economia@iltempo.it