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Coppola: «Pagherò tutto»

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L'immobiliarista romano ammette le sue responsabilità

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È la frase che l'immobiliarista Danilo Coppola ha detto al gip Maurizio Caivano e al pm Lucia Lotti, ammettendo di essere lui il «dominus» delle società sotto inchiesta e ammettendo nel contempo il debito con il fisco. Secondo quanto si è appreso, durante l'interrogatorio, cominciato nel tardo pomeriggio di ieri, l'imprenditore romano, accusato di associazione per delinquere finalizzato alla bancarotta, falso, appropriazione indebita e riciclaggio, si è assunta la responsabilità di quello che i magistrati hanno definito nell'ordinanza di custodia cautelare «sistema di bare fiscali» ovvero il passaggio di quote fra società infragruppo di immobili e realizzazione di plusvalenze. Danilo Coppola ha inoltre ammesso la titolarità delle società sotto inchiesta ed in particolare della «Micop» dal cui fallimento, chiesto dalla Procura, è scaturita l'indagine. Pocede a passo spedito, dunque, l'inchiesta che ha coinvolto unodei furbetti protagonista delle vicende finanziarie degli ultimi anni. Tant'è che già si parla dei meccanismi per ripianare i debiti dell'immobiliarista. Secondo le prime indiscrezioni, infatti, potrebbero confluire su un conto corrente gestito dalla Procura di Roma i fondi che Danilo Coppola intende ricavare dalla vendita di azioni di sue società. Fondi che, secondo quanto l'immobiliarista ha spiegato ieri al Gip Maurizio Caivano, che lo ha interrogato nel carcere di Regina Coeli, dovranno sanare sia i debiti con il fisco sia la posizione derivante dal fallimento della società «Micop». Un crac in base al quale sono state emesse le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dello stesso Coppola e di altri sette indagati. «Danilo Coppola - ha detto l'avvocato Fabio Lattanzi, suo difensore - intende risarcire tutti i suoi debiti, sia quelli verso il fisco, sia quelli che riguardano la posizione della società dichiarata fallita». Secondo quanto si è appreso, le condizioni di salute dell'immobiliarista romano, a giudizio del suo collegio difensivo, permangono critiche. Coppola, che soffrirebbe di claustrofobia, secondo quanto riferito da fonti legali l'altro ieri è stato trovato dal garante dei detenuti che gli ha fatto visita in carcere, cianotico e in preda a convulsioni. Potrebbe essere probabile un suo prossimo trasferimento nell'infermeria del carcere di Regina Coeli. Il suo difensore, tuttavia, per il momento non ha presentato alcuna istanza di revoca della misura cautelare in carcere. Durante l'interrogatorio, inoltre, Coppola avrebbe «alleggerito» la posizione dei suoi collaboratori in particolare quella di Francesco Bellocchi (ex cognato di Ricucci) e quella di Alfonso Ciccaglione entrato nella gestione del gruppo soltanto nel 2005. Coppola avrebbe giustificato al Gip il sistema delle società e delle cessioni infragruppo per ottenere liquidità dagli istituti di credito, in virtù del fatto che le banche gli avrebbero negato l'erogazione di fondi se fosse comparso lui in prima persona come titolare delle società, perchè all'epoca impegnato nell'ambito del cosiddetto contropatto nella scalata alla Bnl. In sostanza i grandi gruppi bancari avrebbero visto in lui un avversario. Da qui, secondo quanto avrebbe detto lo stesso Coppola, la necessità di creare società gestite da prestanome per poter ottenere linee di credito. [email protected]

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