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Blitz di Catricalà sul caro-benzina

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L'Antritrust contro nove compagnie accusate di fare cartello sui prezzi

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Così ieri l'organismo guidato da Antonio Catricalà ha aperto un'indagine per verificare l'ipotesi dell'esistenza di un cartello sui prezzi dei carburanti da parte di nove compagnie petrolifere. Nel mirino del Garante della concorrenza sono finite: Eni, Esso, Q8, Shell, Tamoil, Total, Erg, Ip e Api. Le cui sedi sono state oggetto di una serie di sopralluoghi per raccogliere dati e informazioni utili. Le compagnie almeno dalla «fine del 2004», avrebbero posto «in essere meccanismi collusivi nella determinazione del prezzo consigliato dei carburanti alla distribuzione, attraverso continui scambi di informazioni». Una serie di pratiche che hanno contribuito, secondo l'Antitrust, a creare un mercato «caratterizzato da un equilibrio non concorrenziale, con rilevanti barriere all'ingresso che occorre rimuovere». L'istruttoria è partita il 18 gennaio scorso e già ieri il Garante si è mosso: i funzionari dell'Authority, al fianco delle Fiamme Gialle, hanno effettuato una serie di ispezioni negli uffici di alcune delle principali compagnie petrolifere italiane per acquisire dati e documentazione sull'andamento dei prezzi dei carburanti. «Eventuali anomalie» siano immediatamente segnalate alle procure competenti, ha commentato il Codacons. Il blitz di ieri rappresenta il primo atto nell'ambito dell'istruttoria che è destinata a concludersi entro il 31 marzo 2008 ma l'Antitrust sembra aver già individuato una gerarchia interna al cartello Una sistema in cui cioè «l'Eni rappresenta il price-leader, al quale si adeguano i concorrenti». Nell'ottobre 2004 - spiega infatti il Garante - il cane a sei zampe ha deciso di cambiare il metodo di fissazione del prezzo dei carburanti, per sceglierne uno meno legato al costo della materia prima, ed è stata immediatamente seguita dai propri concorrenti. Ma l'Authority non risparmia nemmeno il Ministero per lo Sviluppo Economico, che pubblica i prezzi consigliati dalle singole società sul proprio sito Internet, generando «una certa trasparenza dei prezzi consigliati che favorisce la collusione» tra gli operatori

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