Polemiche sulle liberalizzazioni
Bersani taglia corto e si concentra sulle misure da prendere in vista del consiglio dei ministri di giovedì, quando dovrebbe essere varata la nuova tranche di liberalizzazioni che coinvolge anche la distribuzione dei carburanti. È un vero e proprio braccio di ferro quello che si delinea tra governo e benzinai. In una riunione indetta da Fegica-Cisl, Figisc-Confcommercio e Faib/Aisa di Confesercenti, le sigle che rappresentano i gestori, hanno deciso che se il governo non li convocherà, nella prima settimana di febbraio scatterà la serrata di 48 ore. Ieri le tre organizzazioni si erano date appuntamento per decidere le date dello sciopero. Nei fatti si è preferito uno «slittamento "tecnico" per consentire al governo di avviare in tempi brevissimi un confronto preventivo». Prima la «concertazione», poi la legge, dicono i gestori. Ma il ministro per lo Sviluppo giudica «prematura» la protesta paventata dai benzinai. «Credo che sia il primo sciopero proclamato sui miei pensieri - commenta Bersani - Adesso come governo dobbiamo preoccuparci di riflettere sulle misure che vanno prese, siamo abituati a discutere, ma a discutere di orientamenti che il governo deve assumere». Improbabile, quindi, l'avvio di un confronto prima del varo del provvedimento. Una linea che ha suscitato l'immediata reazione dei gestori. «Non vorremmo che Bersani ci mettesse di fronte al fatto compiuto - afferma Roberto Di Vincenzo, segretario generale di Fegica-Cisl - Se il governo presenterà il testo senza prima averci consultati, siamo pronti a far scattare automaticamente lo sciopero», avverte. Anche Luca Squeri, presidente di Figisc Confcommercio, contesta l'idea che si stia proclamando uno sciopero sulle intenzioni e passa ad enumerare le misure su cui, a suo dire, punterebbe il governo. Il testo che dovrebbe vedere la luce a giorni «consentirà di eliminare il vincolo della distanza minima tra un distributore e l'altro, permetterà l'apertura di impianti ghost, «fantasma», costituiti dal solo punto di rifornimento attivo 24 ore su 24, senza alcun servizio, esclusivamente self service, con pagamento tramite bancomat o carta di credito. Inoltre liberalizzerà gli orari, mentre ora c'è un tetto di 52 ore settimanali.