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Statali, la rivoluzione parte col freno tirato

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Alla sigla dell'accordo per modernizzare i ministeri partecipano solo Cgil, Cisl e Uil. Fuori tutti gli altri

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Il memorandum appena firmato, quello che doveva rivoluzionare le attività dei ministeriali, lascia fuori una parte importante delle sigle sindacali del comparto. Il documento è stato siglato solo da Cgil, Cisl, Uil tagliando l'Ugl e altre organizzazioni fortemente rappresentative del pubblico impiego come la Confsal e la Cisal. Potrebbe non mancare, quindi, l'ostruzionismo alle misure contenute nel Protocollo, che farà emergere quelle criticità già evidenti a una prima lettura. Anche con bonus e incentivi per esempio, la possibilità di spostare i dipendenti non è così semplice da realizzare. Ancora: se da una parte l'ipotetica «rivoluzione» punta a introdurre mobilità e flessibilità, dall'altra, con l'infornata di circa 500 mila precari a tempo indeterminato, la Pubblica Amministrazione si conferma come il regno del posto fisso e garantito a vita. Insomma, la riforma parte già come un'enorme contraddizione. Mobilità. Sono previsti meccanismi anche contrattuali di sostegno con agevolazioni economiche, che potranno essere conseguite anche con il ricorso all'autonomia di bilancio delle amministrazioni. Prevista per ora quella nella stessa provincia. L'istituto sarà utilizzato anche per la gestione di esuberi. Uscite incentivate. Forme incentivate di uscita dovranno essere previste in caso si accertino esuberi non ricollocabili con processi di mobilità. La previsione è che dal 2008, quando si potrà tornare ad assumere, ci siano su dieci uscite sei assunzioni, di cui una parte riservata a giovani. Stretta sui dirigenti. Confermata la stretta sui dirigenti, con il taglio del numero. Sarà eliminata ogni progressione di carriera automatica, mentre gli incarichi e le promozioni saranno collegate ai risultati della valutazione. In casi estremi di performance negative, previsto il licenziamento, al pari di quanto avviene nel privato. Turn over programmato, concorsi decongestionati. L'ingresso per concorso, come prevede la Costituzione, resterà la modalità ordinaria. La scelta dei settori prioritari di destinazione e la programmazione delle assunzioni sarà continua. Prevista la decongestione dei concorsi, con la definizione dei requisiti di partecipazione. Giro di vite sulle esternalizzazioni. L'aumento di efficienza dovrà essere perseguito ricorrendo a esternalizzazioni solo per per le attività no core, limitando il ricorso alle consulente. Addio precariato. È prevista la scomparsa di circa 500 mila precari.

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