Fiat corre in Europa. E arriva il dividendo
L'Iveco, che nel 2006 stima ricavi netti pari a circa 9 miliardi di euro e una redditività del 6%, lancia infatti da Montecarlo la sua sfida mondiale ingaggiando come testimonial i mitici rugbisti neozelandesi All Blacks. Ma l'ad del Gruppo Sergio Marchionne, che ha detto che non lascerà l'analoga carica del settore auto «almeno fino alla fine del 2007», fa ancora di più parlando del dividendo sull'esercizio 2006: «Dai risultati che ho visto ieri sera ci dovrebbe stare». C'è euforia nel clan del Lingotto, ma anche la consapevolezza che per andare avanti ci vuole sostanza e coerenza, non solo parole. «Non posso ovviamente anticiparvi nulla sui risultati, se non ricordarvi che Fiat mantiene le promesse» ha tagliato corto Sergio Marchionne a margine della presentazione dei programmi dell'Iveco. «La Fiat - ha commentato - oggi può guardare il futuro a testa alta. È un'azienda rispettata perchè si è rimboccata le maniche e ha dimostrato con le proprie forze che cosa sa fare. Il 2007 sarà un altro anno importante, segna l'inizio di un percorso che, nell'arco dei prossimi quattro anni, porterà la nostra azienda a prendersi un nuovo ruolo. Vogliamo arrivare a costruire - ha aggiunto - un grande gruppo industriale con un fatturato complessivo di 67 miliardi di euro e un trading profit di circa cinque miliardi di euro, una cifra mai raggiunta dalla Fiat». Marchionne ha poi ricordato che, dopo il rilancio dell'auto, ora tocca al resto del Gruppo. «Quando si parla di Fiat - ha ricordato - gli occhi del mondo sono puntati sull'auto. Per molto tempo anche i nostri occhi sono stati puntati principalmente all'auto. Era il mattone pericolante che poteva mettere a repentaglio la solidità del nostro edificio. Oggi - ha spiegato - non corriamo più quel pericolo. L'auto è stata ristrutturata ed è un business sano e forte. Il nostro obiettivo è portare ognuno dei nostri settori al livello dei best in class». I numeri sono europei dell'auto sono molto confortanti: Fiat ha chiuso il 2006 con 1.116.764 vetture nuove in Europa occidentale (+17,6% sul 2005) ed una quota di mercato del 7,6%, aumentata di 1,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente. «Il nostro obiettivo è arrivare al 2010 ad una quota nel mercato europeo dell'11% e di oltre il 35% in Italia» ha detto Marchionne. Occhi puntati anche sull'Iveco, che ha sostenuto il Gruppo nei momenti difficili e ora tocca a lei recitare un ruolo di primo piano. «I nostri risultati - ha detto l'ad Paolo Monferino ricordando le strategie di espansione in Turchia, India, Cina e Sudamerica - non sono ancora in linea con quello che sappiamo di valere, e con ciò che riteniamo Iveco meriti. Questo è il nostro prossimo impegno: sostenere e migliorare la nostra immagine di marca. I ricavi netti di Iveco nel 2006 - ha aggiunto - sono stati pari a circa 9 miliardi di euro, con una redditività del 6%. Per il 2010 l'obiettivo è di avere un fatturato di 10 miliardi di euro e una redditività superiore al 10%». «C'è un'idea che l'Iveco possa entrare negli Stati Uniti» ha annunciato Marchionne. «Dobbiamo ancora vedere - ha aggiunto - come farlo».