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Non migliora il giudizio dell'agenzia Fitch sull'Italia

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E un velato timore per un possibile rinvio sulla riforma delle pensioni. E poi, attenzione alle liberalizzazioni - possibili se vi è una precisa «volontà politica» - e alla necessità di intervenire sul lato della spesa, riportando «l'avanzo primario al 3%-4%». È ampia la disamina dell'agenzia internazionale Fitch sull'Italia e i suoi conti pubblici, ancora freschi di declassamento dopo la scelta dello scorso ottobre di portare il rating della Nazione al livello «AA-» da «AA» e di riconoscere prospettive stabili, in crescita rispetto a quelle negative assegnate in precedenza. Passati tre mesi da quella decisione e digerita la manovra finanziaria varata dal Governo Prodi, Fitch - almeno nel breve termine - non manifesta alcuna intenzione di cambiare il proprio giudizio in attesa di vedere se vi saranno mutamenti, in positivo, nel bilancio del Paese. «Assolutamente no - ha spiegato il responsabile per i rating sovrani europei, Brian Coulton - Non c'è niente all'orizzonte», ha ribadito, per quanto concerne la valutazione dell'Italia così come non vi è alcuna intenzione di modificarne le prospettive.

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